Tropicalista, pieno di groove e tutto da ballare: lo spaghetti cumbia è destinato a conquistare l'Italia
Il 25 settembre 2016 a Cartagena de Indias è stato firmato l'accordo di pace tra il Governo della Colombia e le FARC (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia), il gruppo armato che da più di cinquant'anni è in guerra con Bogotà. Nonostante il 2 ottobre scorso il popolo colombiano, durante un apposito referendum, abbia scelto di "non cessare il fuoco contro le FARC", la voglia e la possibilità concreta di pace nel Paese sudamericano oggi è forte più che mai (lo scarto tra il fronte del SÌ e quello del NO è stato infatti dello 0,43 % appena). Quindi non potrebbe esserci momento storico migliore per accogliere questo "Istituto Italiano di Cumbia Vol. 1" dell'Istituto Italiano di Cumbia, un lavoro corale e accalorato frutto della collaborazione di nove gruppi, cantanti, producer e dj provenienti da altrettante città italiane: Cacao Mental da Milano, Malagiunta per Torino, Ucronic da Pordenone, i romani Los3Saltos e Franiko Calavera, Mr. Island a Lignano Sabbiadoro e Soffritto Musical da Città di Castello. Tutti quanti sotto l'ombrello protettivo e dei Tre Allegri Ragazzi Morti e della nuova etichetta Tempesta Sur.
Ne viene fuori un album immenso, composto da quindici canzoni ognuna molto diversa dall'altra ma tutte quante unite dall'indissolubile legame della cumbia. Ma che cos'è la cumbia? "No, non è salsa, non è patchanka, non è bossanova e tantomeno rumba. Si chiama CUMBIA!" si legge nel comunicato stampa e si capiscono un sacco di cose. La cumbia ha un'origine antichissima e si tratta di un canto popolare, di una danza e di una sorta di inno alla resistenza della cultura e dell'identità amazzonica contro la conquista spagnola del 1528. Questa tradizione antichissima (e che in tutto il Sudamerica ha un seguito sempre crescente) viene declinata in modo personale e artisticamente riuscito dall'Istituto Nazionale di Cumbia. Nella seconda traccia, "La Grana", si comprende meglio l'origine del termine cumbia, che deriva da una parola africana "kumb" che significa suono. E il suono de "La Grana" è pastoso, ricco e pieno di suggestioni, dondolante il giusto e perfetto da ballare in riva al mare oppure sul ruvido asfalto di una città metropolitana.
Anticipato lo scorso anno dal singolo "In questa grande città (La prima cumbia)", l'interesse per Toffolo e soci a questa musica sudamericana è ormai di lunga durata e molto profondo. Eppure, "Istituto Italiano di Cumbia Vol. 1" va oltre ad una semplice curiosità intellettuale: è un disco di sangue, sudore, corpi e pelli che si sfregano l'uno con l'altro per far scaturire il ritmo. Canzoni come "El Trito", "Sueño mi Selva" o "Ayahuasca Sublime" sono pezzi che si fanno ascoltare decine e decine di volte, grazie al loro andamento ipnotico e, praticamente, infinito. Questo album è, senza alcuna paura ve lo diciamo a maggio, il disco dell'estate, senza se e senza ma, che ridà dignità artistica e intellettuale alle canzoni in lingua spagnola, troppo spesso bistrattate e omologate al tanto, troppo ciarpame latamente sudamericano che si sente in giro.
E la notizia migliore di quest'album sta, infine, proprio nel suo titolo, in quel suo "Vol. 1" che fa presagire che questa sia soltanto la prima tappa di un grande viaggio. Ovviamente sempre con la linea dell'equatore che ci scalda le teste e ci infiamma i cuori.
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La recensione Istituto Italiano di Cumbia Vol. 1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-12 09:00:00
COMMENTI (1)
Consigliatissimo l'ascolto per chi si considera orfano dei Manonegra...