Il fusion pop d'avanguardia di "Overnight"
Al contrario delle infinite sfumature di "Overnight", il lavoro dei Varanin porta a divedere in maniera netta il giudizio tra una chiara predilezione di discorso musicale più aperto e studiato nelle idee, rispetto ad una vocazione più impulsiva ed emozionale come nel concetto comune di pop e rock.
“I Wouldn’t Mind” è la canzone che più di tutte tenta il compromesso tra estetica e la direzione artistica del gruppo. Una mediazione forse tardiva nell'ascolto in scaletta, voluta probabilmente per lasciare maggiore risalto a canzoni più ardue rispetto all’orecchiabilità del brano. Da qui non mancano le sofisticazioni pop come “Holding” rivolta ad un funk distensivo, basata sui delicati richiami del repertorio più leggero di Annie Lennox. Quindi riaffiorano le influenze più eclettiche del gruppo, metabolizzando l’avanguardia dei Talking Heads fino a sconfinare nella fusion della Dave Matthews Band. Ne è una buona fotografia “Loose my Cool”, che dal medesimo funky groove della East Coast, ammicca in modo pulito alle atmosfere dello yuppismo metropolitano, dove alcuni vezzi vocali alla Michael Jackson, trasmettono quelll’autenticità della scuola black nel suo stile rielaborato ed ispirato rispetto alle origini.
Nelle vesti di arrangiamenti revival conditi dai cori, “Step in the Light”, si trova chiusa in un vicolo cieco poco chiaro, succube del suo stesso ritmo sincopato, mentre in modo più intrigante si aggiunge “Tulpa” che in un sali-e-scendi in una scala melodica vagante e inusuale. Un'assuefazione che deriva dal lato più progressive dell’album con “It’s in the Sky”, caratterizzata da iniziali reminiscenze chill e trap sino a disorientarsi nell'apparente confusione tribale di chiusura. “Hanging from a Cloud” dimostra l'abilità del gruppo di affrontare in modo brillante il tema nu-disco grazie ad un ottimo attacco ballabile. "Overnight" chiude con “A Question of Time”, ballata pop dal sapore british quasi commerciale, nel soul raffinato della seconda vita artistica di Paul Weller, mantenendo nel pezzo la medesima razionalità del gruppo, con un'apprezzata spinta creativa più emotiva.
I Varanin pur non compiendo un capolavoro assoluto, si orientano su dieci composizioni corali e ben preparate. "Overnight" passa per essere un disco fatto alla vecchia maniera, caratterizzato da un’attenta cura da studio di registrazione nel mix e dall’attitudine della band bergamasca verso una perfezione sonora mai lasciata al caso nonostante la presa diretta in fase di registrazione.
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La recensione Overnight di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-04-10 09:00:00
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