Raccontare la giungla contemporanea sfuggendo ad essa (o abbracciandola ancora più forte).
I Tersø con il loro nuovo disco "Fuori dalla Giungla", di cui abbiamo chiacchierato con loro in anteprima qualche tempo fa, conquistano fin da subito con le loro sonorità metropolitane e raffinate, elementi che si ritrovano anche nel lavoro precedente e che qui vengono esplorate e espanse con maggiore forza e consapevolezza.
Anticipato dai singoli "Lynch" e "Stramonio", "Fuori dalla giungla" quindi si presenta come un album stratificato, dove i Tersø al contempo esprimono tutto il loro desiderio di fuggire dalla giungla rappresentata dalla metropoli per poi, forse, abbracciarla ancora più forte. E proprio all'interno di questo balletto odio/amore che si consumano e si celebrano i nove pezzi, con alcuni punti di bravura assoluta, anche a livello musicale, quali "Metamorfosi" e "Libellule". Non si sono scelte due canzoni a caso dato che si ha proprio l'impressione, dopo una serie di ascolti più approfonditi di "Fuori dalla giungla", di come questo disco, lungi dalle solite frasi fatte, sia davvero un disco importante e di maturazione, più o meno decisiva, per i bolognesi.
I testi infatti sono più affilati, più cesellati e meglio si sposano con le ritmiche, gelide e suadenti come una lama ghiacciata che taglia la carne dell'ascoltatore. Eppure non sono un gruppo crudele i Tersø, il loro orizzonte è morbido e ondulato come le colline che digradano nella pianura ma non per questo si tracima mai nella stucchevolezza: se si è zuccherosi un pezzo come "Le promosse" non lo si scrive. Questo "Fuori dalla giungla" ci mette in corpo esattamente le sensazioni che vogliamo ricevere dall'ascolto di un disco: inquietudine, desiderio e voglia di fuggire, per poi ritornare, ancora una volta, a casa, un poco cambiati. Qualunque cosa ciò voglia dire.
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La recensione Fuori dalla giungla di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-26 09:05:00
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