Buona la prima: Roncea si cimenta con l'italiano e ne viene fuori un disco ispirato e "presente".
“Non ho tecniche io, io non so nemmeno l'italiano”, canta Nicolas Roncea in “La mia mano”, e sono due bugie in un solo verso: l'italiano lo sa e lo usa benissimo, nonostante sia la sua prima volta nella lingua madre dopo tre album in inglese, e sa anche – ma di questo ce n'eravamo già accorti – come si costruiscono delle canzoni in cristallino equilibrio fra cantautorato alternativo, pop, italianità e spirito cosmopolita.
Il presente di Roncea è fatto di un sound variegato anche nella coerenza stilistica, per regalare la giusta sfumatura sonora a ognuna delle emozioni raccontate ed evocate nei brani: amore, fallimento, difficoltà di accettarsi e accettare, paure, ricordi, speranze. Con voce sensibile, una personalità pop raffinata che ti fa subito affezionare alle melodie, e un gusto ritmico non banale, il cantautore italo-francese ci fa entrare in una dimensione sospesa fra il mondo musicale anglosassone, che continua a citare come riferimento e che si avverte nei momenti più ombrosi e più “rock” del disco, e certi paesaggi mediterranei che illuminano di malinconica solarità canzoni come “Perdersi”. Una dimensione che in fin dei conti somiglia al presente di ognuno di noi, alla vita, con i suoi alti e bassi, le esplosioni di gioia e gli attimi di sconforto, le sorprese e la quotidianità, i muri che sembrano solo chiuderci dentro e fare buio, fino a quando non scopriamo come passare dall'altra parte. “Ma io vivo qui, lontano dai miracoli, ed è sempre così all'ombra degli ostacoli. Oggi apro la porta con te della stanza più buia, e nel nero più nero che c'è ecco la mia fortuna”.
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La recensione Presente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-18 09:05:00
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