Umberto Maria GiardiniForma Mentis2019 - Rock

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Un disco in cui Giardini coniuga la consueta poetica con colori più accesi e sonorità più dure, come sottolineature della sua urgenza espressiva.

Quando si ascolta un nuovo album di Umberto Maria Giardini è opportuno prendersi del tempo per non fare nulla di diverso. Perché se dedicarsi ad un ascolto approfondito significa entrare nello spazio disegnato dall’artista e osservarlo attraverso il suo sguardo, “Forma Mentis” ci mette nella condizione di assaporare con gusto ogni singola sensazione.
Il suo cantautorato, profondo e viscerale, appare qui coerente nelle sue trasformazioni; il disco che arriva vent’anni dopo l’esordio discografico con lo pseudonimo Moltheni, è quello in cui Giardini coniuga la consueta poetica con colori più accesi e sonorità più dure, come vistose sottolineature della sua urgenza espressiva. Il suono, ricco di chitarre e di atmosfere sospese, richiama inevitabilmente gli anni '90 e diventa il mezzo necessario per raccontare il proprio mondo interiore. Una caratteristica che sposa quello che da sempre è il punto di forza dell’artista marchigiano: il valore delle parole, scelte con accuratezza e sensibilità.

L’apertura, affidata alle trame oscure e alle aperture psichedeliche de “La tua conchiglia” muove i fili di quello che si ascolterà in tutti e dodici i brani: dall’intensità liberatoria di “Luce” agli scenari desolati da cui emerge il desiderio di intimità cantati in “Pleiadi in un cielo perfetto” ("In un letto di gemme e di fango cedo e mi arrendo al tuo corpo"); dall’elettricità accesa e diretta di “Argo” e “I miei panni sporchi” alla nostalgia evocativa di “Le colpe dell’adolescenza” ("Oggi il livello del dolore m’è cambiato, calcoliamo i danni mentre imprechiamo trattenendo il fiato"), fino alla title-track che chiude l’album con l’energia e la vitalità, non priva di rancore, di chi ha concluso un percorso ed è subito pronto ad affrontarne uno nuovo, diverso, stimolante.

Come spesso accade quando si cerca di entrare in sintonia con gli autori che scavano in profondità, c’è bisogno del giusto tempo per apprezzare tutte le composizioni: momenti ben spesi per ammirare fino in fondo quello che di più prezioso Umberto Maria Giardini ha da offrire.

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La recensione Forma Mentis di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-25 09:05:00

COMMENTI (1)

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  • harno5 anni faRispondi

    E che luce sei... e che emozioni mi dai.