La lanterna magica di See Maw illumina anche la notte più buia
Su “la Repubblica” dello scorso 3 giugno 2020 Pietro Citati, praticamente il Maestro Yoda della critica letteraria italiana, per parlare della grande mostra su Georges de La Tour che proprio in questi giorni si è aperta a Palazzo Reale a Milano, ha citato la famosa frase di Roberto Longhi, massimo storico dell’arte italiana, che usava dire a proposito dell’artista francese: “Me lo immagino, mentre egli dipinge, di notte, alla luce artificiale di una lanterna magica”. Ecco, quel sentimento, così vivido e così magico che erompe da un quadro come la “Maddalena Penitente”, lo abbiamo avvertito anche nell’ascolto l’album d’esordio di See Maw, “A Luci Spente”. Se siete soliti seguire queste pagine di See Maw ne avete già sentito parlare diffusamente, come in questa intervista qui. Eppure nel suo primo vero e proprio esordio sulla lunga distanza, noi vi abbiamo scorto un sacco di cose interessanti.
Innanzi tutto il già citato mood notturno, per forza di cose, come conferma il titolo del disco ma anche un’attitudine filosofica e personale che porta See Maw a fare le proprie mosse sempre e comunque dopo la mezzanotte. Ed è così che in un pezzo quale “Champagne”, terza traccia del suo disco, See Maw dipinge un universo fatto di fughe avanti e indietro fino al termine della notte tra hotel, fiumi di champagne e, perché no, Bla Bla Car prese all’ultimo.
L’inedita commistione tra sonorità da clubbing e un istinto e un’attitudine cantautorale emerge poi con forza in un pezzo come “Con gli occhi chiusi” che, quasi per caso, riprende pari pari quel formidabile libro di Federico Tozzi. Eppure “Con gli occhi chiusi”, probabilmente più che qualsiasi altro pezzo del disco, racconta il ritratto dell’artista da giovane, di cosa e chi sia, oggi, See Maw. Ovvero un artista inquieto, impaziente verrebbe da dire, un animale notturno che non si cela nelle tenebre ma che, ribaltando la famosa massima goethiana (citata, fra gli altri, anche in una mitica storia di Spider-Man contro Goblin), “si illumina in pieno buio”.
Ed è così allora che noi ascoltatori seguiamo le intermittenze luminose del cuore di See Maw che animato com’è da una penna finissima ci consegna dei veri e propri cripto-capolavori che gettano squarci (di luce o di tenebra fate voi) sulla vita al giorno d’oggi.
Al termine di questa serata, elettrica e veloce, in compagnia di See Maw non siamo nient’affatto stremati ma, anzi, proprio come durante l’ultimo MI AMI TVB dello scorso San Valentino, siamo ancora affamati dei baci che la notte, come da copione, ci sa donare e ci donerà sempre. Sulle notte di “Piangi” torniamo a casa, nei nostri piccoli appartamenti, proprio sul far del mattino: tornerà ancora una nuova notte per ricominciare davvero a vivere.
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La recensione A luci spente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-06 08:01:00
COMMENTI (1)
@EleuteriovonNestor mi ritrovo appieno nelle sensazioni suscitate dall'album e da te descritte, bellissima recensione!