Un'escursione a tinte pastello tra le ombre del passato e le influenze passate e presenti dei Baseball Gregg.
Un disco mastodontico, Pastimes dei Baseball Gregg, sotto molteplici punti di vista: venti canzoni; dieci anni di gestazione per arrivare alla loro forma compiuta; al loro interno, miriadi di riferimenti ai vissuti personali dei due componenti – l’italiano Luca Lovisetto e l’americano Sam Regan – ma anche alle opere e agli autori che hanno influenzato il duo italoamericano. La sensazione è quella dell’opera magna, del lascito per i posteri, della pietra miliare, riferimento imprescindibile per chiunque voglia confrontarsi con la band.
Ed effettivamente gli elementi che hanno caratterizzato lo stile del gruppo nel corso degli anni ci sono tutti, e all’ennesima potenza: la forte influenza del pop indipendente à la Belle and Sebastian, con brani dalle forti tinte pastello, nei quali i colori vengono stesi in campiture leggere e morbide, con giusto quel leggero tocco di malinconico e nostalgico chiaroscuro per dare tridimensionalità al tutto; la vena acustica, più puramente cantautorale, all’interno della quale le vicende raccontate si stagliano con tutta la forza emotiva di cui sono capaci; le contaminazioni con il post-punk, che vanno a costituire un tocco di disperazione caramellata che irrompe inaspettato e fa muovere il piedino all’ascoltatore, senza che quest’ultimo nemmeno se ne renda conto.
Pastimes è un’odissea nella musica e nella poetica dei Baseball Gregg, un punto fermo nel loro percorso, per fare i conti con quello che è successo fino ad ora e pensare a ciò che verrà dopo. Un’ottima occasione sia per fare la loro conoscenza, se li avete ignorati fino ad ora, che per assaporare a 360 gradi ciò che hanno da offrire.
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La recensione Pastimes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-09-23 01:10:00
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