"Drawn in basic" è firmato Populous with Short Stories, il che ci comunica una prima novità: a scrivere non è più il solo Andrea Mangia ma anche MC Mike Macguire (aka Short Stories). La voce ottiene un ruolo più importante nella struttura delle tracce che assumono un piglio più cantautorale. Viene accantonato il glitch-hop alla Prefuse 73 di "Queue For Love" (2005) e si approda all'indie-pop elettronico alla Postal Service, con una certa predisposizione per i suoni vintage (vedi Casiotone for the Painfully Alone, o, in alcuni casi, gli Air) e qualche sfumatura shoegaze (vedi Radio Dept.). Un'altra caratteristica di "Drawn in basic" è l'amore spassionato per i synth. Un'altra ancora: tanti microbrani di circa un minuto sparsi lungo tutta la tracklist. Due considerazioni: a) in un momento in cui l'elettronica sembra dirigersi verso sonorità scure barricandosi spesso tra il dubstep e il grime, fare un album synthpop può dare la sensazione di essere fuori tempo massimo; b) le già citate microtracce sono molto piacevoli se prese singolarmente ma nell'insieme di questi quaranta minuti scarsi possono distrarre l'attenzione dai veri punti di forza del disco – le canzoni – oltre a conferire un certo sapore intellettualoide leggermente fastidioso. Perché allora ascoltare "Drawn in basic"? Perché nasconde delle perle veramente fantastiche: "Royal Gold", "Porcelain", "The Holy See" sono pezzi pop da manuale. E poi c'è una cura maniacale dei dettagli: se con "Queue For Love" la sua bravura stava nell'incastrare perfettamente campioni e ritmi, ora Andrea si dedica agli arrangiamenti in modo che ogni parte sia magnificamente a fuoco, senza mai eccedere nella sperimentazione ma non limitandosi alla semplice forma-canzone indietronica. E' un lavoro solo in apparenza elementare ma ricco di finezze che emergono dopo molti ascolti e – aggiunta superflua visto che è nuovamente pubblicato dalla tedesca Morr Music – più che adatto ad un pubblico internazionale.
"Drawn in basic" non cambierà le sorti dell'elettronica moderna ma conferma Populous come un produttore/musicista di grande talento che sta costruendo anno dopo anno un percorso discografico invidiabile. Continuerà a darci soddisfazioni.
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La recensione Drawn in basic di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-09-08 00:00:00
COMMENTI (2)
compassato, inutilmente vezzoso, stancante
boh