In passato ho avuto modo di ricevere alcune lettere di contestazione per una recensione in cui lodavo un lavoro autoprodotto da parte di un gruppo romano, ancora poco conosciuto, chiamato Elettrojoyce... mi si accusava di aver esaltato un gruppo finto, montato, costruito da RadioRock e aiutato ben oltre i propri meriti.
A coloro che, inspiegabilmente, avevano da ridire sugli Elettrojoyce rispondo di ascoltare l'ultimo lavoro e di riformulare le accuse alla luce di questa gemma musicale, esempio di classe, grinta e creativita'.
Tredici brani che sembrano esistere da sempre, che vibrano immediatamente nel cuore, come se fossero parte di un flusso già esistente che aspettava solo di venire fuori.
Il gruppo romano si muove in sonorità controtendenza, con un gusto verso un rock sofferto e intenso che non consente paragoni con le attuali produzioni nazionali (e non solo), proponendo spesso, oltre alle solite chitarre, il calore del pianoforte e un basso fretless semplice e avvolgente, generando affascinanti forme melodiose, ma al tempo stesso violente.
Le emozioni si susseguono a partire da (scorrete mie lacrime disse il) poliziotto che subito pone in chiaro il carattere della band, in cui Filippo Gatti ribadisce il suo modo forte e immediato di enfatizzare i concetti delle liriche.
Anche se per la maggioranza il brano più noto e' l'intensissimo singolo Licenziare, per coloro che seguono la band fin dagli esordi risulterà più familiare Girasole, diventato quasi un brano di culto nella capitale.
Un peccato che nell'album non sia stato inserito un capolavoro come Balena, presente nell'introvabile primo CD, ma Aliante e Mediana sicuramente giocano un pò a farne il verso, con l'alternanza di pianoforte e chitarre distorte che si materializzano da lontano.
Straordinaria Amanti Volanti che esplode in un crescendo emozionante nelle cui chitarre si possono avvertire gli U2 degli esordi.
Di grande impatto Carne, brano che si libra tra arie sospese che ricadono in distorsioni e ritmi irruenti che si fanno ancora più duri in Noguru, forse il brano piu' intenso dell'album, con voce filtrata elettronicamente e chitarre più pesanti.
In Festa Mobile c'e' spazio per una tenera e sognante ballata elettrica, ma il ritmo risale in Sarebbe accaduto in Aprile, tra melodia e dissonanza.
Questo album, che segna l'esordio davanti al grande pubblico, e' sicuramente una delle cose più valide apparse in Italia negli ultimi tempi e se i ragazzi sapranno rimanere umili e decisi potranno veramente imporre uno stile "alla Elettrojoyce", influenzando la direzione della musica di casa nostra.
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La recensione Elettrojoyce (2°) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-03-03 00:00:00
COMMENTI (1)
che disco della madonna