Ascoltando il primo disco del nuovo progetto di Amerigo Verardi vengono in mente una lunga serie di artisti e gruppi con i quali troviamo delle assonanze: Beatles, Beck, Battisti, Afterhours, The Church, Velvet Underground. Grandi nomi, con i quali mettersi in gioco vuol dire ‘scherzare con il fuoco’, tentare l’impossibile. Eppure Verardi, con le dodici tracce di “Nessuno è innocente” rasenta la perfezione di un grande disco rock-pop-psichedelico. La stralunata visione del mondo di un artista di certo non alle prime armi (è attivo dagli anni Ottanta, nei quali si era distinto con gli Allison Run), trova nel nuovo album una vena creativa che pochi riescono a raggiungere.
Il fatto che i brani assomiglino forse troppo alle canzoni ed allo stile dei nomi prima citati non pesa affatto, anzi: tutte le tracce si ascoltano che è un piacere, e che piacere! Le ballate (“Trasparenti ma non liberi”, “Lazy Jane”, “Testacoda”, “Un’estate in clinica”, “Soap opera”) sono emozionanti sprazzi di malinconia e dolcezza, diretti al cuore ed all’anima dell’ascoltatore, un vagone che ci trasporta in un delicato viaggio romantico. Lo spirito di Beck aleggia nell’iniziale “Qualità”, mentre una “Ricchi e poveri” (scritta a quattro mani con Federico Fiumani) potrebbe essere gradita da Robert Smith quale ideale proseguimento della sua “Inbetween days”. “Io sono il re”, che è anche il primo singolo estratto dall’album, risente della collaborazione di Manuel Agnelli fino a farla sembrare sul serio una song scritta interamente dagli Afterhours. La traccia che dà il titolo all’album ci regala oltre sette minuti di grovigli psichedelici, esotici, beat, rock acido: è molto doorsiana, una sorta di “The end” del nuovo secolo. Il delirio ‘acquatico’ di “Squalo” è travolgente, come uno di quegli strani sogni, piacevoli ed intensi, che al mattino ancora fai fatica a separare dalla realtà. Ti senti come la “scimmia fra i delfini”, come canta Amerigo nel ritornello penetrante.
Le storie che accompagnano le musiche dei Lotus sono originali ed in alcuni casi davvero singolari. E’ il caso di “Sushi”, con i suoni ovviamente orientaleggianti ed una storia dedicata ad una sensuale fanciulla conosciuta dal nostro Amerigo che amava masturbarsi con un cucchiaino da caffè. Al di là del caso reale o meno, il risultato è comunque intrigante e pazzesco, sia musicalmente che per i temi trattati. Generalmente i testi sono su questo tono: seri e pieni di humour allo stesso tempo, mai irritanti né banali. Quasi sempre autobiografici, visionari, di gente comune, di problemi sociali.
Per realizzare questo lavoro, il Nostro si è circondato, oltre che dei due musicisti fissi che formano i Lotus (Claudio Chiari e Silvio Trisciuzzi), di un nutrito numero di amici, dai già citati Agnelli e Fiumani ai membri di formazioni che Amerigo ha prodotto di recente (Baustelle in particolare). Già, perché il signor Verardi non si vuole mai annoiare, ma riempie sempre la sua attività musicale con lavori da solista, in gruppi, in progetti, produzioni, collaborazioni. Se questo iper-lavoro porta risultati come quelli che ascoltiamo in “Nessuno è innocente”, allora auguriamo a Verardi di non stancarsi mai…
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La recensione Nessuno è innocente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-08 00:00:00
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