Cinema Samuele è il colossal che racconta il ritorno di Bersani dopo sette anni
La copertina dell’album rispecchia perfettamente l’”anima a mosaico” di Cinema Samuele un lavoro nato dopo che lo stesso autore era andato in pezzi – emotivamente e fisicamente- e che quindi per esser concepito necessitava di un’unica condizione: prima di costruire un disco era fondamentale ricostruire se stessi. Sul retro della copertina, l’opera che raffigura Bersani appare completamente buia, un’immagine simbolica che rappresenta i due momenti differenti in cui è stato concepito l’album, l’incredibile ritorno del cantautore bolognese dopo sette anni di assenza: il blackout e il susseguente approdo ne l’impero delle luci.
La potenza della poesia è la sua universalità. Come per molti altri grandi artisti, le canzoni hanno un effetto catartico che per osmosi si riversa sugli ascoltatori dando vita al processo di empatizzazione con gli abitanti dei racconti, siano essi reali o immaginari. La stessa sensazione d’immedesimazione che si prova nell’assistere a un film. Le finestre raffigurate sula copertina sono gli scrigni che contengono le diverse storie che compongono Cinema Samuele. Bersani non è cambiato molto, il mondo che lo circonda sì. Cinema Samuele non è un disco Amarcord (tanto per citare un titolo di un regista tanto caro), è il disco di un autore che sta provando a fare i conti con un presente che non lo rispecchia, in cui non c’è più spazio per la canzone d’autore. In cui le canzoni non sono diventato altro che un prodotto seriale da pubblicare con la puntualità e la cadenza di una catena di montaggio, ma che Bersani riesce sempre a raccontare con la sua magnifica obiettività sognante.
Dal theremin all’elettronica, fanno la loro comparsa strumenti che non avevano mai fatto capolino nell’opera di Bersani, influenzato dalle più moderne sonorità post rock (Samuele ammette di aver scoperto negli ultimi anni i The National) con una diretta conseguenza sul sound complessivo del disco, sempre delicato ma potente come non mai. Cinema Samuele non è (forse) il miglior album della discografia di Bersani, ma è sicuramente stato concepito come un colossal. Un colossal in cui le dieci canzoni non sono altro che i dieci atti di questo immenso lungometraggio da quaranta minuti. A livello compositivo nulla da aggiungere, il solito magnifico cantastorie, Samuele Bersani è uno dei pochi interpreti in grado di dar forma alla rarefazione, di rendere vivide immagini assurde con la credibilità di un pittore surrealista. Ed è forse proprio in quest’ottica che l’arte di Samuele si avvicina più al cinema che alla musica, per la sua capacità dirompente di creare immagini.
La prima proiezione in un cinema storico riaperto dopo sette anni di abbandono.
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La recensione Cinema Samuele di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-02 12:50:00
COMMENTI (1)
Qui si va sul sicuro, sempre.