Tra i gruppi che suonano "musica resistente" i Tupamaros sono probabilmente i più abili a mettere in evidenza le brutte storie del nostro paese, gli insabbiamenti, gli incidenti, le scelte politiche dubbie e così la potente e intensa voce di Francesco narra con orgoglio, con rabbia e con malinconia episodi quali la strage del Cermis, i test nucleari di Chirac, le guerre "umanitarie" e le gesta eroiche o comunque "da raccontare" di personaggi più o meno sconosciuti. In questo disco fanno tutto ciò con una consapevolezza: in tanti anni "non è cambiato niente" e tutto ciò che è stato tornerà ad essere.
Questo è il filo conduttore del nuovo disco, appena uscito per la Gridalo Forte Records di Roma e ovviamente il genere è il folk, ma è eseguito con stile personale, quasi sempre orientato ai ritmi e ai suoni balcanici, passando da arrangiamenti semplici ma intensi, a ballate sussurrate, ai cambi veloci del folk da concerto, fino a coinvolgere la banda del paese in un brano ("ad un passo dal traguardo") che sa proprio di piazza. Con questi accorgimenti sono anche spariti i fantasmi della Gang e dei Modena City Ramblers che comparivano nel precedente "Gente distratta" e che facevano sembrare poco originali i nostri Tupamaros.
Sono bravi a raccontare il passato, in "morti di reggio emilia" e bravi a raccontare il presente, in "radio-chirac", dove con un bel po' di sarcasmo raccontano delle "esportazioni francesi di funghi velenosi". Dolci e vivi nella quotidianità descritta in "Ninna nanna della nebbia" e un po' malinconici ma fiduciosi in "non è cambiato niente": tirando le somme, quindi, in tutti i brani si possono evidenziare dei particolari interessanti, che a volte sono piacevoli, a volte trascinano e a volte fanno pensare... la musica intesa come divertimento, ma soprattutto come strumento per comunicare la storia e le vicende, questo è lo spirito dei Tupamaros. That's all folks!
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La recensione Non è cambiato niente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-04-28 00:00:00
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