La sonicita' deviata dei Quinto Stato puo' smuovere dall'interno tutti coloro in grado di emozionarsi con i Marlene Kuntz... ma non pensate a una forma musicale esclusivamente derivativa, piuttosto immaginate un mondo parallelo immerso nella stessa tensione ma con una diversa spigolosita'.
Si apre con la melodia trasversale contenuta in E.Bow, ascendente parabola strumentale capace di vibrare in maniera soffusa.
Difficile orientarsi durante la ballata rumorosa Oh, Baby!, sferzata da chitarre claudicanti e punture di melodia che cercano di rimanere avvinghiate alla ritmica sobbalzante.
Avanza scarno e destrutturato l'irruento lamento sonico di Ultimissima, brano inebriato dalla mano di Giorgio Canali.
In questo introspettivo ed ermetico mare sonoro, la linea vocale galleggia sempre al confine della stonatura, recitando testi coraggiosi che non cercano lo schema e puntano ad uscire dalla metrica.
Un mondo affascinante, mai banale e costantemente movimentato... puo' venire naturale lasciarsi trasportare dal suono dei Quinto Stato, con il rischio di non uscirne piu'...
Grandi! Anche se ho solo tre brani per valutarli.
C'e' qualcuno in ascolto?
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La recensione ...una primavera di fischi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-12-01 00:00:00
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