Vengono dalla provincia di Firenze e sono in quattro. Da quanto leggo nella breve lettera allegata al CD, il Clan Greco si considera un gruppo jazz, ma i termini più adatti a descrivere il loro prodotto vanno forse cercati nel trip-hop e nel drum'n'bass, generi che -da certi punti di vista- rappresentano la faccia moderna ed elettronica del jazz.
La musica che esce dalle 14 tracce di Raptus è una passegiata, mano nella mano, con la tromba jazzata del bravo Massimo Greco, che accompagna l'ascoltatore tra ambienti jungle e trip-hop, in cui, di volta in volta si incontrano un pianoforte elettrico, un abile basso e, spesso, scratch, campionamenti vari e percussioni che danno ogni volta un colore diverso allo scenario.
Talvolta, camminando, si incrocia la bellissima voce di Laura Rebuttini, e quando succede è quasi sempre una folgorazione: "Air Pocket", "Let's do together" e "No non dimenticar" da soli mi fanno pensare a questo CD come ad un primascelta, tre brani trip-hop da farti chiudere gli occhi e aprire la mente.
Tre brani dal sapore mediterraneo, anche se per il cantato in inglese e per la musica, sembra che il Clan Greco sia un figlio illegittimo dei Massive Attack e dei Morcheeba.
Così mi basta considereare i restanti brani strumentali a farmi prendere la decisione: Raptus merita il bollino di primascelta.
Tre pezzi perfetti e nove brani strumentali da viaggio, tra cui alcuni davvero ottimi, come "Who knows", "Perplexed, "Crow Dance", "Turn on 5" e "Mediterranean wave", mi fanno chiudere un occhio sui due scivoloni "The CID" e la cover di "Senza una donna", specie su quest'ultima.
Non resta che cercarli in giro, Raptus è un disco consigliato.
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La recensione Raptus di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-12-17 00:00:00
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