Una capacità orchestrale spiazzante. Una lente sonora fra passato e futuro al servizio della settima arte. Immaginifici, cinematografici, una voragine di densità sonora fuori dal comune. Quella dei Grimoon è una poetica musicale solida e ben equipaggiata che è riuscita in questi anni a diventare cuore di tenebra di un suono caleidoscopico, originale ibrido di folk, musica d'autore, pop e spleen gotico-decadente, di pregevole matrice europea.
Ecco dunque che la nuova uscita discografica della formazione italo/francese, "Super 8", corredata come da copione da un'opera cinematica "Neera", porta come dazio un carico di aspettative di non poco conto. L'idea di 'ritorno agli esordi' è la prima a spuntare senza il bisogno di premere play. Parte "Orfeo": è poesia scabra ed essenziale, che lavora di sottrazione, dritti fino alla spina dorsale del nocciolo compositivo, pur mantenendo intatto l'eclettismo nella scrittura e la meticolosità nella contaminazione fra suoni e immagini. Un microcosmo tutt'altro che codificato, possibile di nuovi sviluppi nelle forme musicali che gli sono proprie: i toni crepuscolari e le misteriche atmosfere. "Super 8" diventa così un album che è sintesi dei precedenti lavori, che parte dal songwriting folk per abbracciare il rock notturno e le sue mutazioni e poi adagiarsi su dark-ballad che si poggiano su letti di note nere.
E' un lavoro elaborato con una ricercata sensibilità, attraversato da melodie bellissime, sortilegi trovati nel cammino ed esperiti poi con coraggio e determinazione. Scrivono, ricreano l'ispirazione per ritrovarsi e rinnovarsi. Entrano paesaggi musicali zingari, banjo e tromba a dare il nuovo tempo, il racconto in una manciata di minuti del cannibalismo fra generi. Rimangono intatte le specificità che li hanno imposti in questi anni come una presenza musicale fortemente riconoscibile nel panorama indipendente italiano, una stella polare per chi si affaccia oggi al loro universo sensoriale. Si muovono con discrezione, infarciscono poco la neonata opera e cadenzano passi lenti con una vocalità duttile ed espressiva che ricorda come "tutto quello che è nella mia testa esiste per essere trasformato".
Riuscito risulta il tentativo di sposare il racconto contemporaneo e l'epicità omerica attraverso i fotogrammi della loro "Neera", viaggio magniloquente e mitologico che tra i quadri di Alessandro Fiori (Mariposa, Amore), i disegni di Davide Toffolo, le performances della compagnia teatrale Farmacia Zoo e l'ottima sonorizzazione di Erik Ursich, compone un affresco da carillon sinistro di bellezza austera, quasi pasoliniana. Lasciano addosso la voglia di riascoltare. Ascoltare ancora gli incastri armonici e l'intensa ascesa emozionale che scorre. Una vera perla.
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La recensione Super 8 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-15 00:00:00
COMMENTI (1)
Bentornati Grimoon!