Santiago Ghiaccio e Magma 2012 - Rap

Disco della settimana Ghiaccio e Magma precedente precedente

Una scarica di sonori schiaffoni che proprio non ti aspettavi

L'indispensabile dose di schiaffoni prima di andare in vacanza, di quelli così forti che – garantito - puoi partire senza aereo, in viaggio verso Amsterdam trasportato da mazzate sonore che a 'sto giro proprio non ti aspettavi. Perché a dartele – e sono così forti che te le ricordi, fidati – non è quel rapper super chiacchierato di cui sei l'ennemillesimo fan su Facebok, no no. A dartele è un outsider, che però ha fatto un disco dall'impatto assimilabile a quello del classico doppio schiaffone deluxe + pugno esplosivo sulla testa del Bud Spencer dei tempi d'oro.
Lui si chiama Santiago, viene da Brindisi ed è in giro già da un po'. Da qualche annetto, tipo dal 2009, collabora con il duo electro Retrohandz. Sottolineo “da qualche annetto” per prevenire reazioni del tipo “Assomiglia a questo” o “Assomiglia a quello”. I paragoni sono inevitabili – soprattutto in tempi in cui inventare qualcosa di nuovo è impresa ardua – ma Santiago segue il suo percorso da tempi non sospetti, e per citarlo “Esistono solo due tipi di musica: quella fatta bene e quella fatta male”. E “Ghiaccio e Magma”, prodotto dalla Doner Music di Fish, appartiene alla prima categoria. Anzi, lasciamo spazio agli entusiasmi, ogni tanto: questo disco è una bomba. Davvero, è tutto bello. A partire dai beat – prodotti nella maggior parte dei casi dai già citati Retrohandz – alle liriche. Ci sono classe, stile, rabbia, ma soprattutto coscienza. È roba che non ha nulla a che vedere con le mode del momento, è hip hop degli Anni Dieci, con suoni nuovi e fotta vecchio stampo.
Atmosfere cupe, incastri metrici studiati e complessi e basi perfette. La formula è questa, e si palesa già dalla traccia di apertura “40 Riot”, battagliera introduzione che spiega più che chiaramente la posizione del Nostro: “La parola fine che sega il dogma del tuo regime, dove tutti droga, sesso e veline, stronzo io che mi emoziono allo strisciare di un vinile sotto alle puntine”. Il tutto messo su una base che dall'intro a base di carillon lascia spazio ai synth cattivoni. L'attitudine è hardcore, al cento per cento: anche quando ci si lascia trasportare dal ritornello sognatore di “Amsterdam”, le strofe arrivano e ci precipitano in un vortice di visioni crude, accompagnati dalla voce ruvida di Santiago. Ed è hardcore anche quando c'è “Il Pezzo Estivo”, con il suo beat in levare e il rit orecchiabile, che con ironia fa il verso ai tormentoni forzati. I vertici si raggiungono con “L'Istante Prima”, viaggio introspettivo su un ottimo tappeto orchestrale fornito dai Retrohandz, che riesce a supportare alla perfezione un testo personale e profondo. I pezzi si sviluppano fra temi ricorrenti come la solitudine, l'importanza di essere se stessi, le paure, il desiderio di silenzio in tempi in cui la tendenza è quella di urlare più forte degli altri. E si può dire che l'immaginario di Santiago sia racchiuso alla perfezione in “Cosmoeremita”, uno dei brani migliori del disco, con il beat – ancora una volta opera dei Retrohandz – che da un'apertura dancehall alla Major Lazer vira verso toni più intimi e adatti al testo. “Ghiaccio e Magma” è potente, vario, mai monotono, accurato anche nella scelta degli ospiti, rappresentati da Primo & Squarta nel singolo “Non Mi Serve Niente”, Kiave nell'ottima “Quando l'Ho Persa” - dal sapore Golden Age – e Madness in “L'Isola”.
“Ghiaccio e Magma” è la dimostrazione che si può suonare fresh anche comunicando qualcosa, e sicuramente uno dei migliori album hip hop (il migliore?) di questa prima parte del 2012. E adesso puoi anche andare in vacanza sereno.

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La recensione Ghiaccio e Magma di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-06 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • lord_smirnoff 12 anni fa Rispondi

    "scrivi male,
    certo se ogni recensione a un disco e' frutto di una frustrazione personale;
    gia', facevi l'artista,
    e ti sei trovato fuori dall'arte a parlare di arte sopra una rivista;
    a parlare degli altri e non guardarti"

  • amarodelcapo 12 anni fa Rispondi

    Quando ascolto i rapper italiani mi sembrano (quasi) tutti bidimensionali e stilizzati come fumetti: vorrebbero parlare "della vita" e invece tutto scorre liscio e uniforme come in certe strip a fumetti dove il rosso è precisamente rosso, il blu è un rassicurante blu-blu e il buono è sempre buono come te lo aspetti..
    Invece, qui trovo densità e profondità psicologica, le sfumature, nei testi come nelle basi. Questo spacca..