Come una promessa di caos totale a mezzo minuto dal big bang.
Prendere una canzone, comporla seguendo il classico schema strofa-ritornello-strofa e poi smontarla e ricostruirla su altre logiche. È questo il lavoro che hanno fatto i Blue Willa, ex Baby Blue. Della precedente esperienza la band conserva il disprezzo per il compromesso, anche a costo di perdere qualcosa in appeal mediatico. Stavolta, però, si sente che c’è un’aria nuova. Accompagnati da Carla Bozulich, i Blue Willa decidono di stratificare ed estremizzare un approccio già di per sé radicale. Il risultato è un rock ibrido e carico di tensione, come una promessa di caos totale a mezzo minuto dal big bang.
I termini della faccenda vengono introdotti con decisione da “Eyes Attention”, un blues disturbante che rimanda a dei Father Murphy meno cerebrali e più carnali. “Fishes” è un violento stop and go noise che mette in mostra l’ottima preparazione tecnica del complesso. Il crescendo di “Vent”, invece, esplode in un ritornello acido e dissonante che trasuda più nausea che rabbia. Su tutto svetta Serena Alessandra Altavilla, una voce formidabile che sa essere fuoco a volontà quando serve.
Il discorso, insomma, è piuttosto semplice. I Blue Willa sono una delle band più eccitanti del rock europeo. Fateli ascoltare a Michael Gira e vedete quello che succede.
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La recensione Blue Willa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-11 00:00:00
COMMENTI (2)
ricordano l'aria degli yeah yeah yeahs no?
siiiii ci vediamo al Privamera