Intrattenere la mente e stimolare il corpo. Un EP grossissimo
Future bass dice lui. Voi immaginate uno cresciuto col santino della Metalheadz e "Timeless" mandato a memoria, negli ultimi anni viaggi aerei su Chicago e tutto il decorso della jungle 3.0 esperito vis à vis. Milano nella storia è il centro propulsore da dove DNN applica dettami, tira su ponteggi, e si erge a 27 anni come producer fiero e capace di parlare dritto in faccia, senza rinforzo ai tacchi, ai colleghi dell'europarlamento. "Redshift" è il primo EP, dopo un passato non troppo lungo di release spurie, ma soprattutto di attivismo con la crew Well Founded.
La disciplina è quella del background di cui sopra, rivista alla luce di una personalità grossa e capace di piazzare zampate decisive. Tre pezzi per i quali il punto di partenza si rintraccia nelle radici (dub prepotente e oscuro) e da lì disegna rotte transatlantiche. L'intro di "Eclipse Dub" aiuta a capire appunto qual è il cuore che batte in fondo, poi da lì sono corse digitali, breakbeat che vivono in uno spazio a lato, fuori dal tempo probabilmente nella loro morbidezza 90s, e ambient da camera. "Clashh" sembra aggredire gli stessi motivi, previa una svolta in cui l'arpeggiatore sale al piano di sopra, il groove si intensifica e ne viene fuori una drum & bass ossificata che tinge i suoi vestiti con lo stesso filtro Planet Mu di Ital Tek. Il lato percussivo della medaglia è messo in chiusura di tracklist, "Control" si risolve in un gioco di sincopi e anche qui, fortissimamente, digital dub che respira le correnti di Bristol, Peverelist, Asusu e Livity Sound tutta.
Un EP grossissimo, perla ancor di più se si considera il suo essere esordio. DNN riesce nell'arduo compito di intrattenere la mente e stimolare il corpo, regalando profondità e un tocco che afferma ci sono anche io, qui e ora, nella geografia dei nuovi producer urbani di questo millennio.
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La recensione Redshift EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-28 00:00:00
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