Go Dugong Novanta 2015 - Sperimentale, Etnico, Elettronica

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Anziché affermare una solida identità musicale, Go Dugong con Novanta ne afferma una liquida e mutevole come quella di una metropoli

Nel 2015 Giulio Fonseca, in arte Go Dugong, ha deciso di raddoppiare: con "A Love Explosion" ci aveva fatti innamorare, con "Novanta" invece conferma il suo talento. La vicinanza dei due album e la loro parallela costruzione per campionamenti sulla strada maestra dell’hip hop rende inevitabile un rapido confronto: il primo, composto quasi di getto, è un inno all’amore con dieci tracce a metà fra il beat tape e la canzone. Il secondo al contrario è frutto di un lavoro molto più lungo, che si riflette non solo nella maggiore elaborazione dei campionamenti ma anche in un crate digging (ricerca musicale per negozi e mercatini) più maniacale. I campioni ricavati sono mixati, riadattati e sovrapposti in un lavoro dettagliato e ognuno di essi, come le monete del deposito di Zio Paperone, potrebbe raccontare una storia, come l’invisibile omaggio ai Wu-Tang Clan in "Kill It With Positive Vibes", in cui Go Dugong usa un sample della stessa traccia da cui è stato ricavato quello di "C.R.E.A.M.". Soprattutto, i campioni provengono da ogni lato del mondo, dal raggae giamaicano al bolero cubano, dal Mali all’Algeria. Contando le collaborazioni provenienti da altrettante parti del mondo, quello che ci si ritrova ad ascoltare sono di fatto dieci tracce di world music da ballare.

Eppure, al contrario di ciò che può sembrare, non stiamo parlando di un viaggiatore incallito ma di un producer di stanza a Milano, cosa che getta una luce diversa sui campionamenti utilizzati e sull’idea stessa di world music: "Novanta" non è un’importazione forzata di suoni provenienti dal mondo, ma una centrifuga di prodotti già presenti nel mondo suburbano milanese. Lo stesso titolo fa riferimento al filobus che percorre tutta la circonvallazione più esterna della città, e per questo il disco racconta che la metropoli è già uno specchio del mondo, un incubatore dove succede tutto.

L’identità dell’album, tema spinoso soprattutto per un artista che ha prodotto due lavori molto diversi in un solo anno, è allora trasversale, e attraversa e collega in una rete tanti luoghi presenti nello stesso spazio geografico, ma tutti con una diversa urbanità. Di riflesso, Go Dugong, anziché ricercare un’identità musicale definita, con "Novanta" abbraccia la non-identità, o meglio, un’identità liquida, mutevole e inafferrabile. Per dirla con un esempio su tutti: "Ghetto Mala", il primo singolo, ospita sia la vocalità latinoamericana di Rayna che campioni di musica nigeriana. È proprio l’incontro di questi due stili estremamente caratterizzati e distanti fra loro che restituisce l’identità ubiqua della metropoli di Giulio Fonseca.
Se l’inizio del 2015 per Go Dugong era un’esplosione d’amore, la fine dell’anno è un'esplosione nella giungla urbana.

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La recensione Novanta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-14 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • BitRider 9 anni fa Rispondi

    Al decimo ascolto, penso di poter tranquillamente che si tratti di un super disco.