Il producer salentino diventa lo sciamano del matriarcato: dieci tracce al femminile per animare una dancefloor psichedelica e multisfaccettata.
La musica è donna.
Uno slogan così stereotipato diventa concetto da decostruire e rifondare per Andrea Mangia, producer noto col moniker Populous che pubblica, con precisione cabalistica, il terzo disco a cadenza triennale della sua più recente storia discografica. Il titolo è emblematicamente W, singola lettera con un significato ben preciso confermato dal diretto interessato: ufficialmente sta per Women, ma potrebbe anche essere Viva, per un tributo alle personalità riportate nella copertina firmata da Nicola Napoli, dove trovano spazio, tra le altre, Grace Jones, Amanda Lear, Loredana Bertè e Missy Elliot. Il concept che spinge le dieci tracce è l'omaggiare la femminilità nella sua forma più eterogenea, ironica e queer, fondendo paesaggi sonori e luoghi geografici in un viaggio psichedelico.
Parte tutto con Desierto, brano impreziosito dalla collaborazione con l'artista argentina Sobrenadar: dopo il primo passo si viene risucchiati in una spirale di ritmi in cassa dritta e melodie calde, colorate da vocalità provenienti da ogni parte del globo. Come ogni donna nel suo intimo è un mondo diverso, così Populous per questo tragitto ha scelto di farsi affiancare da artiste che hanno peso specifico e significato differente nelle loro evoluzioni, riuscendo a creare una galassia multisfaccettata: Soy Lo Que Soy, con Sotomayor, è un orgoglioso mantra latin-pop, Emmanuelle fissa la destinazione ai tropici con Flores No Mar, mentre Kaleema ammalia dando voce ad un ritornello erotico. E ancora, Myss Keta fa gli onori di casa in HOUSE OF KETA, Cushee torna con il suo magnetismo enigmatico a sei anni di distanza e L I M dona la sua anima elettro-pop per confezionare Getting Lost. Poche parole per esprimere un caleidoscopio la cui varietà è possibile assaporare solo attraverso molteplici ascolti: alla base di tutte le canzoni c'è il sound di Populous, fondato sulla cura maniacale nei dettagli, giochi ingegneristici per instillare nel nostro timpano la sensazione di un suono delicato e determinato nella stessa misura, forte come solo una donna sa essere.
Proseguendo nella linea tracciata da Night Safari ed Azulejos, il sound designer salentino plasma un disco di carattere che rispecchia la personalità di chi l'ha pensato e creato. Sotto questo punto di vista il paragone con le Cenizas (termine usato per caso anche nel testo di Fuera De Mi) di Nicolas Jaar è immediato, come simile è l'impostazione sciamanica di entrambi i producer nei confronti dei propri brani, considerando le palesi differenze su un piano squisitamente artistico. Il viaggio musicale di Populous sta andando avanti con grazia e coerenza, dando una struttura sonora al presente attraverso elementi da original mix condensati nella perfetta forma pop dei 200 secondi. Chi se ne frega dove si va a finire, quando il trip prende così bene.
"Volevo solo andare via da qui...e quando mi hai chiesto dove sarei andata, ho risposto: Roma"
(Populous, Matilde Davoli, Lucia Manca in Roma)
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La recensione W di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-22 11:48:00
COMMENTI (1)
Personalmente questo album ascoltato e riascoltato non è gradevole e tanto meno mi evoca emozioni,lo trovo banale e ripetitivo.