Dieci canzoni intime ed eleganti che parlano a cuore aperto di relazioni umane e fragilità
Ormai sono davvero parecchi gli artisti italiani che decidono di costruire la loro carriera musicale all’estero, spesso raccogliendo più consensi rispetto a quelli che restano in patria. Un esempio è Giulia Bonometti, in arte Julia Bardo, che qualche anno fa ha lasciato la sua Brescia per trasferirsi a Manchester. Dopo l’esperienza con i Working Men’s Club (una delle band attualmente più chiacchierate in UK), Giulia ha deciso di intraprendere la carriera solista per cercare di esprimere pienamente la sua personalità artistica, soffocata dietro le sonorità sintetiche della band britannica.
Così, dopo una manciata di singoli e il convincente esordio con l’ep Phase, arriva questo primo full-length che ci parla del complesso universo delle relazioni umane, di solitudine e separazione, ma anche d’amore nel senso più profondo del termine. Si tratta di dieci canzoni nate in un complesso di appartamenti chiamato appunto Bauhaus, una casualità che riesce a diventare determinante nella scelta del titolo. Julia queste canzoni le ha portate fuori dalle quattro mura di casa confezionate in tutta la loro eleganza, insieme ad una miscela di sonorità pop-rock che ne esaltano il contenuto più intimo e sentimentale.
Ma questo disco d’esordio è qualcosa che va oltre le belle parole: Julia è una musicista che si è messa in gioco e ha deciso di affidare sé stessa alle sue canzoni, con tutto il suo bagaglio di emozioni ed esperienze. E non c’è da restare stupiti se in brani come The Most e No Feeling c’è parecchio degli anni ‘90, dopotutto a 27 anni è figlia di quel periodo lì, cresciuta a pane e Pixies con il poster di PJ Harvey appeso in cameretta. E non dobbiamo nemmeno sorprenderci se il romanticismo di In Your Eyes tira fuori la versione più autentica e malinconica della Bardo, così come It’s Ok To Not Be Ok sembra quasi uno slogan della sua emotività, un inno in difesa delle persone fragili.
Con questo nuovo lavoro discografico, Julia Bardo si conferma una cantautrice dal talento smisurato, che potenzialmente può giocarsela con i nomi grossi del panorama internazionale, ma senza allontanarsi troppo dalle paladine di casa nostra. La sua musica è in grado di abbracciare la nostalgia con sensualità, in una danza di sentimenti e confessioni personali che aprono l’anima di chi ascolta e ha voglia di capire.
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La recensione Bauhaus, L'Appartamento di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-10 00:00:00
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