Abbandonati consapevolmente ad arrangiamenti più minimali ma di grande impatto i FASK hanno fatto il salto decisivo verso il pop. Con grandi abiti, e nuove instabilità da cantare
I Fast Animals And Slow Kids sono tornati. Che emozione, e che paura. Il ritorno di una band così iconica del rock dell’ultimo decennio mette sempre un po’ di fremito addosso misto a preoccupazione, specialmente dopo un album ibrido come Animali Notturni. Era stato indubbiamente uno schiaffo in faccia, col suo sound molto compattato, quasi appiattito. A chi era più legato ai loro riffettoni violenti, alle urla di Aimone senza speranza, poteva essersi incrinato qualcosa, sicuramente nel cuore. La cosa più strana era che non si capiva quale direzione la musica dei “fregis” avesse preso. Quei 4/4 dall’inizio alla fine e quel timido affacciarsi dei distorsori faceva pensare a un dissidio stilistico irrisolto. Abbandonare il rock di un tempo, ma non fino in fondo.
È Già Domani è la fotografia dei FASK cresciuti per davvero, è il disco della vera maturità. Non sono più quelli di Forse non è la felicità, tantomeno quelli di Alaska. Ma oggi lo hanno accettato fino in fondo, e hanno preso una direzione opposta, con meno linee di chitarre sovrapposte, meno caos non più voluto. Le tastiere ci sono e vengono messe in risalto, il suono ha lo spessore di un pop rock ricercato, sofisticato perché più minimale. Mettere meno elementi, ma metterli al punto giusto, soprattutto cercare variazioni ritmiche.
L’epoca che viviamo è una vera merda, e pensare che sia già il giorno successivo non è necessariamente sinonimo di un nuovo inizio con carte nuove in mano. Il futuro non è più soltanto una trappola − come diceva un'altra banda di casinisti −, ma non siamo più nemmeno pin grado di leggerlo. I brani di questo disco si collocano nell'intermezzo illeggibile di un tempo assurdo di cui sarà forse utile ricordarsi se saremo ancora vivi tra 20 anni, per ricordarsi com'era stare senza appigli. Com'era attaccare per timore. Chi se non Aimone avrebbe potuto dare voce a tutto questo?
In questo senso l'ammorbidimento del sound va abbracciato come un rinnovamento, una ricerca più inquadrabile di due anni fa. La solidità di band rodata che i Fask si portano appresso da sempre riemerge quando i tre singoli che anticipavano È Già Domani assumono il loro vero senso accanto al resto della musica composta per il disco. I tempi cambiano, i riferimenti pure, ma il "culto per l'album" non svanisce.
Lo spessore delle liriche ritorna quello di qualche tempo fa. Riecco affiorare le immagini, intrise anche di violenza, usate per cercare racconti disperati e non sempre chiari. Dopo due ascolti Rave rimane ancora misteriosa, anche se sappiamo che la chiusa solo ritmica e la citazione a Freddie Mercury sono messe apposta per acuire l'ermetismo di fondo. Così come In vendita ha bisogno di passare più volte in cuffia per accorgersi che sì, la chitarra sembra proprio quella dei Joy Division.
Gli strati di È Già Domani sono il frutto di una nuova consapevolezza dei Fast Animals And Slow Kids. Consapevoli di non essere più "quelli di", consapevoli che scrivere e suonare musica pop è figo, se lo si fa fino in fondo. Consapevoli di essere un po' i Foo Fighters italiani, pronti a spostare non più 200 anime sudate in un pogo senza pietà, ma 2000. Continueremo a chiedere a gran voce A cosa ci serve nei bis dei concerti, accogliendo la nuova anima dei ragazzi, di nuovo visibilmente instabili, semplicemente a nudo.
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La recensione È già domani di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-17 00:00:00
COMMENTI (1)
Un sound notevole