Shoegaze e malinconia, riverberi e chitarra elettrica, tutto nel debut album di Starving Pets
Post-rock e intimismo sono i pilastri di No Shake, No Feels, disco di debutto di Starving Pets. Si chiama Andrea Sassano ed è un musicista torinese dalla voce fumosa che ha anticipato l’album con due singoli usciti alla fine del 2022.
Nei brani c’è un’atmosfera tetra e avvolgente, come una sottile nebbia che ci stringe grazie ai riverberi. Sono profondi e fanno risuonare a lungo le note di chitarra elettrica e voce. Così la composizione semplice riesce a saturare lo spazio e a creare un’armonia complessa. Allo stesso modo le parole si accavallano l’una sull’altra e i delay fanno riecheggiare i colpi di batteria di Francesco Alloa.
È un disco malinconico, nello stile dei Cigarettes After Sex. Shoegaze e drone music si mescolano e tratteggiano grandi panorami desolati con momenti di silenzio e lunghe code in chiusura ai brani. Spicca la voce che sussurra i testi al microfono. Raccontano le stesse emozioni della parte musicale attraverso parole rivolte a un ‘tu’ indefinito, come in Indoors.
If you say it out loud,
you are supposed to be scared
if you say I don’t care
We’ll be always there
Nel brano chitarra acustica e tastiere accompagnano la voce in un crescendo a cui sto aggiunge la batteria. I colpi di rullante sono leggeri e spingono la canzone fino a un lungo assolo di chitarra acustica che ricorda il sound di Elliott Smith.
È un album in cui la musica leggera e impalpabile non lascia scampo. Con No Shake, No Feels ci immergiamo in una landa desolata. Gli strumenti fanno spazio a echi che vengono da lontano. Si intrecciano in una fitta rete, e la voce la squarcia, per arrivare alle nostre orecchie e ricordarci in Bag Full of Leaves:
Can’t you see?
we’re lost souls, by belief
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La recensione No Shake, No Feels di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-02-17 10:27:00
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