So Beast BRILLA 2023 - Hip-Hop, Elettronica, Alternativo

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Il nuovo album dei So Beast è un flusso incandescente di sudore ed elettronica che abbatte generi e confini

‘È la fine of the dark age nel mio letto / in this moment the light is spreading over consciousness [...] fear of the fucking future / come vedo il presente it shines': nell’apertura di Screenlight, seconda traccia di Brilla dei So Beast e primo singolo di lancio, è racchiuso tutto il senso e il mood del secondo album del duo bolognese. Una sensazione di impending doom, di età oscura che è già sopra di noi, e che fronteggiamo da abitanti di un mondo multiculturale e dove i confini linguistici ed estetici non hanno più senso, divisi tra solitudini da cameretta e voglia di comunità, ansia, apatia e voglia di frastuono, sentire umano e input digitali. Con la consapevolezza che l’espressione e la condivisione sono uno strumento individuale e collettivo importante per affrontare le sfide globali e individuali che ci aspettano, per quanto grigio possa sembrare l’orizzonte. Pessimismo della ragione e ottimismo della volontà diceva qualcuno, e intanto gran voglia di ballare, con un tentacolo nell’elettronica e uno nel rock, uno nelle stratificazioni criptiche della PC music e uno nelle possibilità del rap come messaggio non filtrato.

Nel flusso dei So Beast ci troviamo rap e trap, electro/dance e synth pop, suggestioni afro-caraibiche e techno-tribali (Screenlight, Raw Edge), punk rock e ambient, dilatazioni psichedeliche e forme sonore libere (Inadattabilità), racchiuse in un mosaico post digitale vibrante e autenticamente underground che si nutre di tutto, dandogli un senso estetico e un significato coerente, in una confezione di sound design e produzione sopra la media.

Un mosaico, sì, ma tridimensionale: piuttosto, una fuga infinita di layer, dove le voci di Katarina e Michele si inseguono tra inni post punk (<i), urgenza metropolitana e vocalizzi oltremondani, perdendosi in stutter hyperpop, chopping di scuola hip hop e fughe post umane attraverso un autotune (finalmente) imprevedibile e dinamico, si uniscono a distorsioni di chitarra, usate ora come ossatura, ora come frammenti sonori di feedback e metallo, ad un flusso di strati percussivi e rumori di fondo che sembra autogenerativo.

Tutto si amalgama nelle infinite possibilità digitali, immergendosi in una fluidità vicina agli indefinibili territori hyperpop e al dinamismo della PC music. Allo stesso tempo, anche nelle elucubrazioni più eteree e nei ricami più glitch, c’è sempre una spina dorsale suonata e cantata, dove la pressione dei pulsanti delle macchine e il sudore delle due voci è sempre palpabile. E allora da qui rientra molto di quel linguaggio elettronico ibrido degli anni ‘90, organico e cibernetico, portandosi dietro la complessa lezione del pop alieno alla Björk, evocata più volte in scenari fantastici e derive sciamaniche dalla vocalità viscerale di Katarina, ma anche l’hip hop sperimentale dei vari Madlib, cLOUDDEAD e, con un’energia totalmente diversa, Death Grips.

In una recensione difficilmente si entra nella vita dei musicisti, ma forse è il caso di dire che Katarina e Michele sono una coppia con background culturali e linguistici ricchi e diversi, due giovani genitori che fanno il difficile mestiere della musica con una vocazione internazionale ma i piedi piantati in Italia, insomma due ragazzi che anche fuori dal palco sfidano alcune linee tracciate nella nostra società. Ha senso che dal loro vissuto tirino fuori una musica che gioca con i confini di genere, le generazioni e gli approcci differenti, che guarda dritto in faccia temi attuali e delicati come il genere (di nuovo) e la queerness, la salute mentale e l’ambiente, l’antirazzismo e l’indipendenza culturale. E per fortuna.

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La recensione BRILLA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-31 00:00:00

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