Lucio Corsi ci fa camminare sul filo che divide sogni e realtà, con un disco di vinile in una mano e una chitarra nell’altra
Quando guardavo Alice nel paese delle meraviglie facevo il tifo per il Cappellaio matto. Era il personaggio più affascinante, il più improbabile, il più a suo agio in un mondo senza senso. Stava talmente bene lì in mezzo da essere l’unico motivo per cui guardavo quel cartone. Tutto il resto faceva paura. Ora lo incontro di nuovo, a distanza di anni, nel nuovo album di Lucio Corsi, La gente che sogna.
Lucio è il Cappellaio matto. Uno così bravo a orchestrare colori, parole, abiti stravaganti e musica da farmi saltare nella tana del Bianconiglio. Là sotto non ci sono bottigliette con scritto “bevimi” o bruchi tabagisti, ma un grande teatro. Lucio sparisce, è sul palco. Si spengono le luci e si apre il sipario.
Il quarto disco del cantante di Grosseto è un musical dove tutti ballano appena lui entra in scena, come in Rocky Horror Picture Show. Sfila disinvolto suonando glam rock e cantando in piedi sul pianoforte a coda. David Bowie e T Rex sono al suo fianco, mentre Battisti guarda da dietro le quinte. I suoni sono retrò come i singoli che hanno anticipato il disco. Li ha pubblicati a coppie – Astronave giradisco / La bocca della verità e Magia nera / Orme – come si faceva con vecchi dischi in vinile. Già dalla presentazione si capiva che sarebbe stato un grande spettacolo.
La promessa è stata mantenuta. Lucio Corsi mette in scena un musical in stile Blues Brothers con Magia nera e La bocca della verità. Qui si balla, e non si discute. Brindo col tè al mio non-compleanno e mi lascio trascinare dal turbine di fiati e cori soul capitanati da Lucio. Poi assoli di chitarra elettrica, rullante in quarti e un pezzo della strofa in giapponese. “Se sarò polvere che sia da sparo”, urla il cantante.
Tra un ballo e l’altro il cantante accarezza i tasti del pianoforte e fissa il pubblico. Guarda me, poi guarda te, che non sapevi nemmeno di essere a teatro ad ascoltare la titletrack del disco.
Ei tu, vorresti andare di là
ma non riesci a chiudere i conti col mondo e la realtà
Lucio Corsi ci fa camminare sul filo che divide sogni e quotidianità, insegnandoci che non c’è una grande differenza tra la tana del Bianconiglio e le strade delle nostre città. Ogni istante diventa surreale se ci facciamo accompagnare da questo artista. Uno che scrive canzoni da 2 minuti e mezzo e riesce a farci stare dentro un mondo intero grazie a un circo di musica e colori. Questo è teatro. Questa è magia.
Sipario.
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La recensione La gente che sogna di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-04-21 00:00:00
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