Gli /handlogic mescolano poesia ed electro-ambient e spiegano come (non) diventare perfetti da grandi
Da piccolo avevo paura del buio e dei mostri nell’armadio. Mi marcavano stretto, ma un giorno sono riuscito a liberarmi. Ho iniziato a correre e pensavo: “Nulla mi può fermare adesso”. Volevo diventare un guitar hero come Angus Young. Poi le medie, il liceo, le paranoie. Altre paure, altri sogni. Volevo diventare un essere umano perfetto ma c’era sempre un ostacolo. “Forse un giorno non ce ne saranno più”, pensavo. “No, continueranno a esserci”, dice Lorenzo Pellegrini. È il cantante, chitarrista e produttore degli /handlogic, band fiorentina che oggi pubblica il suo secondo album, Esseri umani perfetti.
Sono undici tracce che parlano di crescita. Del sogno che abbiamo tutti di diventare perfetti da grandi. Dei supereroi, delle donne e degli uomini senza paure e soddisfatti di sé. Ma parla anche – sopratutto – di quanto fa male accorgersi che è sogno irrealizzabile. Però non è tempo sprecato. Una strada c’è, e in fondo ci aspettano gli /handlogic con la loro risposta.
Ora corriamo insieme verso una meta irraggiungibile. Gli /handlogic mi tirano per un braccio, mi giro e mi vedo bambino. Dalla culla sento una ninna nanna di synth e cori. È un’orchestra dolce e saturata, è l’ambient elettronico degli Antlers, è una voce che chiede: “Hai sentito quel rumore nell’armadio?”. Sono io da grande, che penso di non essere perfetto, affronto con razionalità il problema e non trovo soluzione. I primi brani di Esseri umani perfetti mi fanno venire voglia di cercare una soluzione altrove. Undici canzoni per raggiungere di nuovo quella culla.
nonostante tutto ancora c’è
aiuto
voglio certezze e favole
voglio una vita senza saluti
Ma le favole non durano per sempre. Traccia dopo traccia torno bambino. Quand’è andato tutto a rotoli? C’erano dei sogni, una strada. È apparso un piccolo intoppo e l’ho scavalcato. Poi ne è apparso un altro senza che me accorgessi. Quest’altro me lo ricordo. Mi sono distratto un attimo ed erano raddoppiati. I suoni distorti di Libera (esseri umani perfetti) spuntano da ogni lato. Sono mani che mi trattengono, rami che si impigliano nei vestiti. Tendo i muscoli. Continuo a correre verso il mio obiettivo.
Io voglio cambiare tutto
Essere meglio di tutti
Esseri umani perfetti
Inizia il Secondo tempo del disco. È un film. Ora sono tornato bambino, ci sono riuscito. È tutto confuso. Parole in disordine. Ecco la ninna nanna, si chiama Casa stanza letto dormi. La drum machine sbriciola i cori in sottofondo mentre i synth suonano una melodia infantile. Forse essere bambini non era semplice come sembra. Forse essere perfetti non significa disegnare una linea retta senza sbavature. Forse nessuno ne sarebbe capace. Ho più dubbi di quando ho schiacciato play.
Ma allora come si diventa esseri umani perfetti, dov’è che ho sbagliato? “Non è mai andato tutto a rotoli”, sembrano dire gli /handlogic. Ho ripercorso tutta la mia vita al contrario. Ho corso in tondo schivando gli stessi errori e paure una, due, tre volte, ma non è servito. Ora sono bambino, o sono adulto. Forse sono entrambi. Non sono mai cresciuto. Gli esseri umani perfetti esistono e io non sono uno di loro.
Mi sdraio a terra, confuso per un disco incredibile. Undici canzoni che mi ha toccato e messo in discussione. È un tema abusato, ma gli /handlogic hanno mescolato poesia ed electro-ambient per parlane con originalità. Ascolto gli ultimi versi.
Il cerchio è una spirale e stiamo andando su
È un caos. È perfetto così.
Non avevo capito nulla.
---
La recensione Esseri umani perfetti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-19 00:00:00
COMMENTI