Il secondo disco del collettivo napoletano è un ambizioso (e riuscitissimo) esperimento di 30 tracce, per uno schizofrenico viaggio punk-futurista dove trovare la voce di una generazione
"C'è chi se n'è andato da Napoli per trovare altri problemi", possiamo iniziare da qui. I Thru Collected guardano chi ha lasciato la più bella metropoli del Mediterraneo, e un po' decidono di lasciarla anche loro, attratti dal "continente" più profondo, magari da un'altra metropoli, quella che dicono essere il luogo dove si produce la Musica con la emme maiuscola. Non si sa bene se abbiano deciso di trasferirsi, ma facendo avanti e indietro in vari luoghi della penisola il marchio del collettivo musicale più fertile d'Italia si è fatto più solido, è cresciuto e si è fatto testimonianza di viaggio, non per forza fisico.
Discomoneta poteva essere definito fondamentale, Il grande fulmine è una follia pura. Trenta tracce, ottanta minuti di musica, un fiume incontrollabile di scrittura e suono che scivolano e si fanno spazio negli anfratti che la musica italiana occupa spesso in modo futile. Discomoneta poteva essere definito punk, per l'approccio scapestrato e per l'assetto da battaglia, Il grande fulmine è la densità di un pop che sa essere underground con grande semplicità, che forse per caso fa rima con qualità. Discomoneta poteva essere definito, Il grande fulmine è davvero difficile da definire.
Per provare a tirare insieme dei pensieri su questo disco bisogna come lasciarsi portare da alcune correnti che lo attraversano, in diverse direzioni. C'è quella dei diversi membri del collettivo, che ormai divergono sempre meno, per stile e atmosfere create in sinergia, e allo stesso tempo mantengono differenze, ma molto più sottili. I Thru Collected non sono una band, e non vogliono esserlo, ma nel 2023 stanno dimostrando di suonare davvero gli stessi strumenti, emotivi almeno. O solo emo, chissà.
La seconda direzione è quella del racconto, disordinato, e che difficilmente si potrebbe raccogliere sotto un cappello più generale. Il grande fulmine pare una giornata in compagnia di Altea, Alice, SANO, gli Specchiopaura e Luckylapolo, più un'altra manciata di amici, molto semplicemente del tempo speso insieme. E in questo tempo, che è già lungo di per sé, ma forse è percepito ancor più lungo per l'impegno che richiedono i mondi emotivi di tutte queste voci, non si può far altro che lasciare che la musica parli. E parla meno la lingua di Napoli, c'è stato un contemporaneo bagno in Arno, e quasi non ce ne accorgiamo, perché va bene le parole, ma conta quasi sono il modo con cui le canti.
Il grande fulmine ha una non-struttura che scende sotto il livello del mare di parecchi metri, per poi creare picchi improvvisi, luminosi. Ne è un esempio la traccia d'apertura, Musica di merda, provocatoria in modo adolescenziale, che tende verso la drum and bass in modo necessario. Segue Terza stagione, unico brano totalmente corale, un cambio di corteccia immediato e di grande stile, che fa capire dopo soli sei minuti che le cose si stanno facendo serissime. Spicca anche la tripletta firmata Specchiopaura alla fine della prima parte del disco, Psytrance, Guinzaglio e Grata Ellie, così come spiccano le citazioni, dal "Vento a trenta gradi sotto zero" ad Aida, non più bella come nel 1977, un essere vergognoso che si nasconde. Spicca infine la purezza della voce di Altea, davvero difficilmente raccontabile.
Quello dei Thru Collected è un essere che non si vergogna di peccare di coerenza, fattore che nell'era dei social sembra essere l'unica cosa importante, ma quando mai! In una musica che parla di piccole fragilità, che continua a raccogliere la tradizione partenopea per scarnificarla e renderla uno scheletro hyperpop - e forse qualcosa di più -, loro come persone sono costantemente in prima linea, a presentare dischi, collettivi e solisti, a presentare film o a creare feste e ritrovi, forse gli unici davvero underground nella scena delle grandi etichette. In questa incoerenza teorica c'è però grande coerenza di bisogni, di un gruppo di ragazzi che sanno urlare per poi spaventarsi immediatamente, ma che in tre anni non hanno ancora smesso di scrivere musica su musica.
Non rimane che godersi tutta questa estetica, punk-futurista, accelerazionista, computerista, fisheriana, napoletana, senza spaventarsi quando arriverà uno stop. I Thru Collected sono la voce di una generazione, sono la miglior voce della loro generazione, ma come chiede Altea in Testarossa, concediamogli spazio, non inglobiamoli a forza in un inferno che sono così bravi a raccontare, a luci basse, a luci alogene, a luci di lampioni, 'a voc ro padrone, no quella era un'altra storia.
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La recensione Il grande fulmine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-12-01 00:00:00
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