Tiger! Shit! Tiger! Tiger!Bloom2024 - Noise, Indie, Shoegaze

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Un disco in cui le tinte dark e le chitarre strillanti si fondono in un blocco magmatico

Ascoltando il nuovo disco dei Tiger! Shit! Tiger! Tiger! ci si immerge in un mare denso di chitarre distorte e voci sfumate. Un brano segue l'altro senza soluzioni di continuità. Loro suonano, andando avanti senza fretta ma senza buchi di silenzio, e intanto noi annaspiamo tra le onde noise e shoegaze. Però per Bloom è proprio il caso di dirlo: il naufragar m'è dolce in questo mare. È una lenta e inesorabile marcia dei pinguini, ma invece che verso l'entroterra ghiacciato si va nella direzione dei Verdena o dei Nirvana di In Utero.

Le 10 tracce di Bloom si assemblano in un blocco unico dalle tinte scure e dal sound grattugiatoCorners, il loro disco del 2017, non era così. C'erano molte pennellate diverse, alcune tonalità più allegre, certi brani potevano anche suonare un po' teen. Ma questa volta la band di Foligno ha preso la mira con un fucile da cecchino. Si sono inchiodati alla versione più cupa dello shoegaze e sono rimasti lì. Ovviamente per qualcuno sarà meno entusiasmante come ascolto, meno ovvio è riuscire a fare 10 canzoni fedeli a un sound così specifico senza essere banali o ripetitivi. La cosa bella è che sono sempre loro, le sonorità sono quelle, l'attitudine è più spenta ma comunque sempre riconoscibile. Eppure i Tiger! Shit! Tiger! Tiger! si sono allontanati dal tracciato, e lo hanno fatto in grande stile.

Empty Pool è la canzone che ci porta davanti al panorama più brullo. La batteria è primordiale e istintiva. Nella strofa Nicola Vedovati picchia sul timpano come a richiamare qualche rituale, mentre la voce di Diego Masciotti rimane lontana. È relegata alla periferia di questo paesaggio spoglio e da lì intona un canto filtrato da uno schermo di effetti. 

Ma queste chitarre possono fare molto più rumore. Allora ci pensano Stones Endless a costruire dei muri di distorsioni per segnare una specie di zona inaccessibile per chiunque non sia già abituato al genere. Poi però il mio consiglio è di provare tutto, specialmente se si parla di un disco di specialisti come i Tiger! Shit! Tiger! Tiger!, che neanche sta volta hanno sbagliato il colpo.

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La recensione Bloom di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-02-23 00:00:00

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