Devo dire che questa seconda prova degli I got a violet mi ha stupito. Mi aspettavo un disco garage nel solco del primo, e invece mi trovo di fronte a una riedizione, non so quanto conscia, non so quanto voluta, del primo glam inglese: ci sento tanto il glitter degli Slade quanto la delirante follia dei primissimi Roxy Music di "Virginia Plain" o "Pyjamarama", ovviamente in versione mooolto più grezza. Intorno, tutto quel che ne consegue: il Bowie di "Suffragette City", i Sex Pistols di "Problems". A ben guardare, in fin dei conti sempre di suoni garage si tratta, ma con un'attitudine insolita da queste latitudini. In "Candy Floss", forse complice l'aver registrato il mini Ep precedente con Marco Fasolo dei Jennifer Gentle, compaiono evidentissimi influssi della band padovana, periodo "Valende". "Junky's Elevator", poi, sembra Syd Barrett che incontra i Fuzztones. Nonostante nel disco siano compresi quasi tutti i brani del lavoro precedente tranne "Flesh for Trade", il nuovo lavoro mostra una band in decisa crescita e che meriterebbe sicuramente di più. Se non vivessero in Polesine e si dessero di più da fare, sicuramente un sacco di gente si sarebbe accorta di loro e molta stampa ne parlerebbe bene. Intanto lo facciamo noi.
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La recensione Filmvision, Dreamstarter di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-16 00:00:00
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