Una scimmia che fagocita un cane, che fagocita a sua volta un elefante. Una triplice indigestione. Ovvero un miscuglio di metriche sbrandellate con l'eleganza di una motosega imbizzarrita. Un continuo di ritmi che si alternano in modo volutamente impacciato, fuoritempo, fuoriluogo se pensi alle attitudini musicali a cui questi Koan si ispirano: dalla opprimente canzone dei Melvins al martellante post-hardcore dei Jesus Lizard, spettri nascosti dietro un sipario ruvido ed opprimente che ripesca negli anni ottanta gli spunti per la scrittura di questo lavoro.
"Krav Maga" è un album di sole sei tracce, che scorrono in modo pesante ed asfissiante. Suoni, urla, rumori. La seconda prova per il gruppo di Pavia, che sussurra a labbra livide le influenze stoner, le strutture noise, i riff grezzi di un hard rock che non trova sostegni, ma resta sospeso a galleggiare nell'ebbrezza malata di un quadro tanto grottesco quanto dannatamente serio.
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La recensione Krav Maga di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-07-06 00:00:00
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