Una colonna sonora lenta e conturbante, illuminata da una luce soffusa. Jazz minimale e incline alla sperimentazione, dai connotati marcatamente slow, che esordisce strumentale per più di tre minuti e poi accoglie voci acquisendo gradualmente una sua forma ben definita. Incursioni di post rock, passaggi psichedelici contorti, oscuri e magnetici. A volte complicato, non diretto, ardito e folle. Sax, violino, clarinetto, tromba oltre agli strumenti tradizionali costruiscono un'atmosfera particolare di intensa creatività, dai colori accentuatamente scuri e lo stato d'animo adombrato. Una voce femminile fa capolino in uno dei momenti più sensuali. Le noti di un piano scavano la strada malinconica percorsa a sua volta da violini tristi e da voci eteree. Cupo. E poi di nuovo angelico. Melodrammatico e maledettamente penetrante. Qualche contorsione notturna e avanguardistica di Rachel's o Labradford, abbagli di Portishead e Godspeed you black emperor. Chiusura danzereccia in stile dark wave. Fascini controversi e delizia per le orecchie.
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La recensione Nyctanthes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-01-18 00:00:00
COMMENTI (2)
grazie, recensione stupenda. magari qualcuno, invogliato, ristamperà il disco.
francesco,:? batterista degli slowmovies
Gran gruppo!