Una girandola di timbri, accenti, che esalta il ricco mosaico di ritmi e melodie meticcie nate dalla contaminazione fra i Sud del mondo. Musica sincera, ricca di suoni pirotecnici, carica di colori e di forti contrasti, e suonata con l'intensità propria di un compositore, un fisarmonicista di talento, che arriva al suo primo lavoro da solista maturando però esperienze musicali passate di rilievo (Rosaluna). Pasquale Nigro, in questo album quasi interamente strumentale (se si esclude il pezzo omonimo da cui prende il titolo l'album: "Orientato a Sud"), volge lo sguardo alle sonorità del Mediterraneo, dei Balcani, della Milonga inebriandosi però di profumi jazzistici, tra composizione e improvvisazione, fra tradizione e modernità. Grande orecchio, grande tecnica, questo lavoro è una danza collettiva che si muove fra contrabbassi, chitarre, sax e clarinetti. Una sorta di forza e vigore primigeni, che si trasformano in entusiasmo quando musica e musicisti sono di prim'ordine, come in questo caso. Sono pezzi dotati di una grande leggerezza e indiscussa abilità nel combinare gli stilemi della musica etnica con quelli di altri generi, primo fra tutti il jazz, creando uno stile, un linguaggio musicale, di grande effetto. Alle fisarmoniche folk, si affiancano fiati spavaldi alla Bregovic, attacchi ritmici dall'interessante dinamica, gradevoli intrecci di chitarre, forte complicità fra i dotati strumentisti. Qui ci si trova di fronte a soluzioni riuscite, un luogo in cui la tradizione si mantiene viva e sa anche rinnovarsi però in giusta misura. Funzionale la voce di Cinzia Cerenzia nell'unico brano cantato dell'album, tra toni confidenziali e giuste tensioni. La tessitura folclorica fa di "Orientato a Sud" un disco radicato nella terra, un disco popolare nel senso più genuino del termine in cui "la vita si scambia con tutto il tempo che l'oro non può comprare". Il risultato è lodevole.
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La recensione Orientato a Sud di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-02-23 00:00:00
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