Ogni tanto è giusto prendersi una pausa dalla musica seriosa e impegnata e gettarsi anima e corpo nel divertimento. Anche se piove oggi mi sento felice, e il disco degli Skelters mi sembra una degna colonna sonora per commentare questa giornata leggera e senza pensieri. Piccoli tocchi indie ("Darling doll") per indossare il parka, un basso che non si accontenta mai ("Under this moon"), come quello di John Entwistle degli Who, soluzioni twist, un po' surf un po' Happy days, odori di spiggia e colori di Londra centro, da una parte Stars and stripes, dall'altra Union jack.
Certo i brani si assomigliano un po' tutti, nei testi risulta inflazionata la parola "love", e c'è qualche problema a gestire i suoni, nonostante il master sia stato eseguito addirittura presso gli Sterling sound studios di New york city: in "I play the game", quando inaspettatamente fa irruzione a volume troppo alto il tema, mi sono voltata credendo mi stesse squillando il telefonino. Qualche brano rimarrà più impresso di altri, e forse lo userete per far ballare gli amici alla vostra festa di compleanno. Piacevoli, disimpegnati, interessanti ma ancora penalizzati da un songwriting acerbo e troppo legato a stilemi vintage. Di certo da rivedere sulla lunga distanza.
---
La recensione Lux Mundi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-10-07 00:00:00
COMMENTI