Li guardo in foto e, senza offesa, non mi paiono giovani emergenti. Penso che forse stanno attraversando una rifiorita giovinezza, mi metto le cuffie vecchio stile e cerco informazioni su di loro. Ne trovo poche, scopro che sono veneti, reduci da altre esperienze musicali, e che per questo loro disco d'esordio hanno lavorato in collaborazione artistica con Luca Lago dei Disfunzione. Il resto lo leggo distrattamente perché mi sto lasciando prendere dalle loro canzoni, si stagliano nella stanza. Penso al loro nome, Pescidaria. Pesci d'aria? Un simpatico ossimoro, rende ancora di più il senso di libertà. E poi chiudo gli occhi e cerco di ricordare l'odore della pioggia, quello che ci vorrebbe in questo agosto. C'è l'allegria estiva prima del temporale o vedere l'asfalto caldo che trasuda vapore, e c'è quel senso di malinconia che c'è sempre con la pioggia. Loro salgono sulla ruota panoramica e si lasciano condurre, assaporano tutto dall'alto, ne descrivono le successioni senza mettercene mano.
Hanno intro elettronici come in "Notturno" o delle striature elettropunk, appena abbozzate ma piacevoli, in "E i pesci ballano". Qualcosa degli Afterhours, qualcosa dei Timoria. Gli arrangiamenti funzionano, i testi anche. Sì, sono bravi. Chiedo scusa per aver dubitato.
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La recensione L'odore della pioggia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-08-26 00:00:00
COMMENTI (1)
Complimenti,veramente dei bei brani.