"Burghy (la canzone del)" dei Cetomedio è una canzoncina pop-punk di due minuti che somiglia ad altre diecimila canzoncine pop-punk di due minuti, carine, ironiche, frizzanti. "Spongiforme" è una suite per chitarre e campionatore di trentasette minuti, un crescendo che parte da un arpeggio ripetuto ossessivamente a cui man mano si aggiungono una sezione ritmica sempre più incalzante e poi una melodia rock e un cantato distorto e incomprensibile che a un certo punto sfuma nel ritornello di "Wonderwall" (Oasis). E che cosa c'entra una canzone pop-punk in pieno stile TRL con un'opera ostica, cerebrale, concettuale, magari punk nello spirito ma non certo nel concreto? C'entra perché "Spongiforme", spiega Carrozza, è uno "studio sulla forma –(feticcio)- canzone per tre chitarre e un campionatore, sul tema di "Burghy (la canzone del) dei Cetomedio". Ovvero come prendere un cheeseburger e farlo diventare paté de foie gras. Il che non è un giudizio di merito. Ci sono momenti da fast food e momenti da nouvelle cousine. Momenti per canticchiare e momenti per mettersi lì a meditare sulla destrutturazione della forma-canzone. Possono essere entrambi piacevoli, l'importante è essere psicologicamente preparati.
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La recensione Spongiforme di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-05-25 00:00:00
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