Arturo Stàlteri Half Angels 2009 - Strumentale

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Potrei iniziare questa recensione così: avete presente Michael Nyman, quello di "Lezioni di piano"? Ecco, questo disco suona così. Ma non sarebbe l'inizio giusto, perché riduttivo. Arturo Stàlteri non è, infatti, un epigono, un tizio qualunque. È una di quelle figure minori, ma non meno importanti, che costellano la storia della musica italiana. Stàlteri esordisce infatti nel lontano 1974, con la prog band romana Pierrot Lunaire, in cui milita anche Gaio Chiocchio (poi autore di testi per il migliore Amedeo Minghi e produttore di Goran Kuzminac e Paola Turci e scomparso prematuramente nel 1996), in quella fucina di talenti che fu La It di Vincenzo Micocci. Negli anni poi, Stàlteri, forte anche dei suoi studi classici, ha collaborato con Rino Gaetano, Sergio Caputo, David Sylvian, Franco Battiato e ha lavorato molto per cinema e tv, mettendo a frutto uno spettro di influenze che va da Debussy ai Rolling Stones, da Brian Eno a Chick Corea e Philip Glass. No, non vi ho copiato la bio e non ho scritto queste righe tanto per. È che adesso potete tornare all'inizio numero uno. Questo disco suona come Michael Nyman. Ma dovete immaginarvi un Nyman in cui spuntano Battiato, Sylvian, Debussy, Eno, Glass, Corea. Tecnicamente, "Selika suite" è la sonorizzazione del film muto proto fantasy "Selika" di Ivo Illuminati del 1921. E in generale tutto il disco è un omaggio alle eroine del fantasy. Ecco perché, a pelle, pare di essere dolcemente travolti da un profluvio di suoni e armonie fuori dal tempo, ultradimensionali, raramente dissonanti, molto femminili, sempre a modo loro rassicuranti. Data la natura del lavoro, non poteva essere altrimenti. Consigliato per serate di fronte al caminetto acceso, armati di meditativo brandy.

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La recensione Half Angels di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-01-13 00:00:00

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