Fieri di essere terroni e di cantare in dialetto i pregi e i difetti di una terra carica di passione e di vitalità, ma anche ricca di contraddizioni, amarezze e sofferenze. Questa terra è il sud, è la Calabria. Una terra che però non si piange addosso, ma reagisce ed è viva. E balla. Il sud della gente bella e sorridente, dei giovani talenti e della fuga dei cervelli a cui ci hanno abituato, delle energie positive che animano una realtà compromessa e che vogliono cambiare. I have a dream: fare la rivoluzione nella terra che è anche della mafia e dei politicanti di cui non ti puoi fidare. E come? Cercando nutrimento in questa terra di dolore. Cantando le sue storie, il calore e l'amore che ha dentro di sè. La rivoluzione con l'arte che ognuno di noi, in qualche modo, possiede. La rivoluzione con la musica e le parole. I Taranta Terapy sono una di queste coraggiose e belle realtà calabresi, amanti folli di una terra affascinante che portano nel cuore e nei battiti calienti della loro musica piena di contaminazione. Patchanka è la parola che esprime bene un sound che con "Cor'i ssa terra" si apparenta a quello degli Après la Classe (qui è riconoscibile la presenza esplosiva di Cesko). Il zumpa zumpa prosegue negli altri pezzi che sprofondano nei ritmi poderosi dello ska e del funk, o in quelli più slow e fluttuanti del reggae (è dancehall con "A matina" e il sound system della ensemble reggae calabrese Mujina crew). Più legata alle radici etniche, alla tradizione e al folklore è "Yuri" con la partecipazione di Daniele Sepe, presente anche nel pezzo più malinconico "A terra d'a mafia".
E allora "zumpa" su sta terra ca t'a crisciutu. Perché la verità è che non c'è una terra sana e una malamente, una buona e una cattiva. La terra ha solo bisogno di buona semente, buona stagione e di un buon zappatore. Già. E i Taranta Terapy ne incarnano sicuramente un buon frutto.
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La recensione Terra K’abballa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-09-28 00:00:00
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