Questo è un gran bel disco! Davvero bello, vitale, fresco, solare e soprattutto rappresenta una svolta decisamente "pop" per i Bisca. E' chiaro che il termine pop, nel loro caso, vada inteso come ricerca (riuscita) di suoni piacevoli ma mai banali, come capacità di togliere più che di mettere, come bravura nel realizzare brani "essenziali" e "profondi" allo stesso tempo. Essere pop senza dimenticare la qualità, insomma. E coniugare una gradevole forma espressiva con testi profondi è un'impresa che riesce a pochi, nella musica italiana.
"Il cielo basso" arriva in un momento particolare per il gruppo napoletano: i vent'anni di carriera, e questo nuovo album (in vendita nelle edicole al modico prezzo di 15.000 lire) mi fa pensare ancora una volta come i Bisca siano uno dei gruppi più sottovalutati d'Italia. Hanno sempre seguito un determinato percorso, senza scendere a compromessi ma anche senza uno snobismo musicale che potesse giustificare il successo che hanno ottenuto in misura certamente minore rispetto ai meriti.
In ogni caso, "Il cielo basso" è uno dei migliori dischi prodotti da Sergio Maglietta e soci, vola alto nonostante le soluzioni musicali adottate siano abbastanza semplici... e c'è molta elettronica, sia di sapore anni'80 che moderna. In tutte le canzoni ci sono basi elettroniche raffinate, a volte più nervose, nella maggior parte dei casi molto orecchiabili. Non è certo un disonore essere orecchiabili! ...o c'è ancora qualcuno che la pensa in questo modo?
Godetevi, quindi, il ritornello simpatico ed ironico de "La lavatrice e il generale", i ritmi suadenti di "Migrante", il funky-blues di "Mr John", le eteree atmosfere di "Hi tech low fi" che, credetemi, vi entra subito nella testa e non ve lo dimenticate più. Non che i Bisca non avessero mai tentato, nella loro lunga e significativa carriera, di fare canzoni canticchiabili e di piacere a più persone possibile, ma ora hanno raggiunto in pieno l'obbiettivo. "Il cielo basso" può, infatti, piacere anche a coloro che non sono fans dei Bisca: correte in edicola, ragazzi, se avete bisogno di emozioni vere e buona musica. E questa non è una "marchetta"!
I Bisca hanno "svoltato", hanno decisamente raggiunto la maturità artistica, sono diventati adulti senza "rincoglionirsi" come capita a molti artisti cosiddetti impegnati. Buon segno.
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La recensione Il cielo basso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-04-15 00:00:00
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