Innanzitutto all'inizio non ho capito bene come si apriva il disco dei The Blast e l'ho estratto dal lato superiore. Dopo il primo ascolto mi sono accorta che bisognava tirare una linguetta sul retro che puntualmente ho rotto, quindi l'ho tagliata con le forbici: ho rovinato l'effetto-sorpresa che dovrebbe sputarti il disco tipo pop-up all'apertura. Va bene, sono incapace coi lavoretti alla Art attack, lo stesso non si può dire dei The Blast, perchè nonostante la mia inettitudine totale, l'idea è carina, come tutto l'artwork del disco, dunque quando lo comprerete per favore ricordatevi di me e non ripetete i miei errori.
Perchè il disco lo comprerete, perchè è bello. Perchè è italiano ma internazionale, perchè in "Second Mrs. Panofsky" sembra di ascoltare i Nirvana all'asilo, in "Amaro" si avvertono reminescenze di Paolo Benvegnù, "Vita in trasparenza" è quasi cross over, mentre "Le silence" è un esperimento psichedelico che richiama gli interventi rumoristici tra una traccia e l'altra dell'ultimo "Requiem" dei Verdena. Tanta Italia dunque, anche nella ballata à la Scisma "Energie di fine estate", ma gli episodi in inglese sono molto interessanti e forse avrebbero meritato più spazio. Poi il disco è breve, e quando è finito ci sono rimasta un po' male, le sette tracce sono scorrevoli anche quando tentano di destabilizzarti con strani cambi di ritmica come in "Kept in this room". Una folata di vento che ti spettina, un lavoro di buona fattura che dimostra ancora come i power trio chitarra/basso/batteria siano sempre gli ingredienti essenziali per un buon rock senza troppi fronzoli.
P.s.: il progetto The Blast è nato in seno al "Collettivo espressivista" Mad Noises, in continua evoluzione e contaminazione, quindi non affezioniamoci troppo, non è detto che tornino, o che tornino in forme sempre radicalmente mutate.
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La recensione Cut di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-09-28 00:00:00
COMMENTI (1)
Complimenti, veramente bello. E mi duole non aver apprezzato La versione di Barney a sufficienza