"L'Odio del Mondo Rese l'Uomo Schiavo dell'Amore". Una cazzo di verità. L'odio che il mondo ha per te. L'odio che hai per il mondo. L'amore per la donna con cui vuoi passare una notte, un anno o una vita. L'amore su facebook. L'amore per un trans. L'uomo (da leggersi come "essere umano" e quindi da interpretare come una categoria comprendente anche le donne) non fa che cercare l'amore o qualsiasi cosa gli assomigli anche solo vagamente. L'amore è una valvola di sfogo, utile a eliminare le tensioni e lo stress. L'amore è musica. L'amore è un campione ipnotico. L'amore sono metriche che parlano di vita, di odio e di cazzi propri. Che Shocca, Fidmella e Frank Siciliano mettessero un po' di amore in ogni singolo tocco di charleston, cassa e rullante già si sapeva. A questo si aggiunga l'amore di Cali per l'hip hop e il suo odio per i cliché. Al suo disco di esordio, il giovane mc trevigiano dimostra buone qualità. Certo ci deve lavorare. Metterci ancora più amore. O ricevere più odio. In fondo i due concetti vanno di pari passo e se non sono ben equilibrati, a lungo andare, generano noia. Come una vecchia coppia che non si ama ne si odia, ma si sopporta. Affinare il flow e spaziare un po' negli argomenti aiuterebbe Cali a trovare una giusta dimensione e a confermare quella che oggi viene considerata una promessa. Tracce come "Stai Giù" con Dj Rockdrive, "Solitude" con Mistaman o ancora "Giustizia Naturale" con Br1 e Dj Tech spaccano. In generale l'album costituisce un'ottima prova, solamente che dopo un po' tende a diventare monotono. Ma apprezziamo il suo amore. E gli regaliamo ancora un po' di odio. Così che in un futuro prossimo possa restituircelo con gli interessi.
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La recensione L'odio del mondo rese l'uomo schiavo dell'amore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-11-24 00:00:00
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