I componenti dei Mamavegas sono di Salerno e di Roma, ma hanno scritto e suonato "The Way to St. Ruiz" in una casa di legno tra le montagne, una casa in cui "invitano a curiosare e passare del tempo". Ringraziamo, accettiamo l'invito e ci facciamo un giro virtuale per le stanze, dove risuonano post-rock e psycho-folk. L'ambiente ci piace, ci ricorda i primi incontri con Giardini di Mirò e Ultraviolet Makes Me Sick, quindi facciamo finta che sia un pomeriggio d'inverno con tanta neve fuori e ci fermiamo in poltrona ad ascoltare, senza fretta, questa musica rarefatta e visionaria che sembra provenire dal grande nord, che sa di tutte le cose che i Mamavegas dichiarano di amare: "le montagne, i boschi, l'odore dei funghi e il riverbero". Le canzoni sono dilatate, con frequenti cambi di tempo e di atmosfera e lunghe code strumentali, la voce si appoggia tenue su basi che spaziano dal gelo immaginifico dei Sigur Rós al New Acoustic non tanto acustico di Ben Christophers, dalla neo-psichedelia dei Porcupine Tree alla lucida follia sperimentatrice di Radiohead e Sparklehorse. Si possono fare belle robe, in una casa di legno tra le montagne.
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La recensione The way to st. ruiz di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-11-25 00:00:00
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