Le cronache musicali riferiscono che molto spesso dischi intitolati "3" hanno rivestito un significato fortemente simbolico ed hanno avuto un ruolo cardine nella biografia degli artisti che li hanno realizzati. Per rimanere in ambito nazionale, basti citare l'album dei Litfiba realizzato nel 1988 e quello dei CSI, "Tabula Rasa Elettrificata", del 1997: lavori che hanno profondamente segnato la discografia delle due band e ne hanno irrimediabilmente condizionato la carriera.
Ed ora è la volta dei Miura: "3" palesa significativi cambiamenti rispetto a quanto proposto nei lavori precedenti. Le undici nuove canzoni si sviluppano, infatti, intorno a trame sonore molto più ricercate rispetto al passato e tratteggiano atmosfere intense ed originali, realizzate ibridando ritmi smaccatamente rock con spunti melodici ed inserti psichedelici e fuzz.
L'esito è decisamente incoraggiante e, a parte un paio di brani che non paiono all'altezza ("Underworld" dall'atmosfera stantia ed "Andiamoci piano" scarna e vacua), la qualità generale risulta molto elevata e raggiunge picchi davvero significativi in episodi come "Nella capsula del tempo" (un gioellino allestito da sonorità serrate e da un testo tagliente ed intimista: "Qui in una scatola, attendo un uomo che ci trovi, un uomo usato come me"), "Normale" e "Il solista" (scandito da ritmi appassionati e scoppiettanti). Dunque: ci vorrà ancora del tempo per capire quale sarà l'impatto di questo "3" sulla carriera dei Miura ma, intanto, lo spessore espressivo e l'originalità del disco paiono già evidenti.
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La recensione 3 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-12-02 00:00:00
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