Pensare a quanti rompimenti elettronici di palle ci stanno in giro per ogni dove, roba senz'anima, senza palle appunto, e giù titic-titoc, hipip-hipop, e bibì-bibò. Ma dove sono finiti, in Italia almeno, quei bei ritmi ossessivi, pesanti, veloci, allucinati, aggressivi (attenzione: sto parlando di rock and roll, non di bufale fighette tipo Afterhours e Marlene Kuntz)?
Non sono finiti: sono lì, covano sotto la cenere, borbottano come vulcani compressi, aspettano solo che qualcuno li scopra e li lasci esplodere. Come i Chupa-Capra, tutti un programma fin dal titolo: il nome d'un vulcanaccio messicano, guardacaso. Questo "Innocent Vision" che ci propongono, più che un demo è, a tutti gli effetti, un ep di 5 pezzi, collegati dai fili rossi (e ad alta tensione) di una rabbia sonora genuina, spontanea, molto ben suonata e abbastanza bene (auto)prodotta. Siamo di fronte a brani compatti, forse un po' lunghi, che avanzano sferraglianti come treni condotti da una voce forte e non priva di personalità. Musica che recupera certe oscurità metropolitane, che a qualcuno potrà forse sembrare datata stante l'elettronicismo onanistico di cui sopra, e invece la sua attualità sta proprio nel non rinunciare a certe violenze, certe intransigenze del rock più puro e selvaggio: come quello di Iggy e i suoi Stooges innanzitutto, ma poi anche come certe cose di Soundgardem, Kyuss, e gli altri riferimenti metteteceli voi, anche per giungere inevitabilmente a stabilire una cosa: di fronte a cotanti maestri i Chupa-Capra non sfigurano, non soccombono.
Non sto neppure a ripetervi la solita tirata sugli esordi convincenti ma insomma un po' ingenuotti, perchè le ingenuità, in una musica come questa, non sono incidenti di percorso: sono elementi fondanti, quando spariscono, quando tutto va al suo posto questo rock è finito, chiuso, dilaniato da se stesso. Invece è ancora rock, che risorge dalle sue ceneri per non morire davvero mai: "Se per qualcuno il rock è morto, a noi non ce ne frega un cazzo. Questa è la prova".
Giusto, cari Chupa-Capra: sottoscrivo.
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La recensione Innocent Vision di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-09-19 00:00:00
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