Bad Apple Sons S/t 2010 - Psichedelia, Noise, Alternativo

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Cosa avrebbero suonato i Joy division se fossero sopravvissuti agli anni 80 e i Birthday party se fossero nati a Firenze? Dopo svariati (incantati) ascolti del disco d'esordio dei Bad apple sons ho iniziato a pensare che qualcosa deve essersi reincarnato in loro, qualcosa di oscuro e un po'maligno, quel Nick Cave sghignazzante e disperato, il nervosismo strappato di Ian Curtis, la cifra espressiva degli Einstrüzende Neubauten.

L'umore new wave e tendenzialmente rumoristico diventa oppressione e ossessione nell'insistenza sulle ritmiche e sul basso quasi in loop, e "The claim" ne è il manifesto, dominata dalla voce sospesa tra Jim Morrison e Greg Lake, con la coda strumentale degna dei più profondi Verdena di "Requiem". Nell'ambientazione marina di "Whales are watching" e in quella cannibale di "Y.O. (screamin'monkey)", tra la radioheadiana "Back room facials", i calibrati effetti di hammond e tastiere, traspare viva la capacità non comune dei Bad apple sons di creare delle atmosfere avvolgenti ma spaventose, morbide ma angoscianti, affascinanti perchè pericolose. Infatti se l'ossatura dei pezzi è tutta costruita principalmente sulla ripetizione ossessiva, ossessionante e ossessionata dei riff, poche note sono sufficienti per descrivere l'ambiente circostante, un tremore malato e anfetaminico.

Firenze si riconferma roccaforte new wave del Bel paese, producendo questo disco bellissimo, un esordio assolutamente valido, di quelli che ti fanno venire voglia di dirlo a tutti che è ora di ascoltare i Bad apple sons. Teniamoli d'occhio.

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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-05-17 00:00:00

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