Stanotte le strade sono più scure del solito, il grigio quotidiano luccica in una tonalità nero vernice e stride al taglio delle strisce segnaletiche, c'è quella leggera foschia tipica della nostra città, oramai non ci si fa più caso, è parte di noi. Pioviggina e tira un vento leggero e caldo quasi fossimo in estate, il silenzio è interrotto ad intervalli regolari dal latrare di alcuni cani molto distanti, tra poco sarà l'alba a riportare in vita l'urbanità e i rari grattacieli di questa periferia metropolitana.
Così l'incedere incalzante di "White Boots" riscalda subito l'orecchio, con il suo ondeggio di pianoforte e chitarra acustica puntellato da una tromba quasi accennata ma opportuna come la panna sulla cioccolata.
Eleven Fingers, undici dita e sei componenti emiliani che creano un pop-rock d'atmosfera. "Tutto è distante" si annuncia nella traccia numero due, anche se a dire il vero ad ascoltarla tutto è così diretto e facile che il contrasto con il titolo diventa azzeccato. In "We Fall In The Sea" come nella conclusiva "One Day" sembra di sentire i più ispirati Noah and The Whale o uno a scelta tra i pezzi più carichi degli Starsailor. C'è maturità in questo lavoro: i momenti strumentali possiedono vita propria e potrebbero tranquillamente costituire la colonna sonora di un film in cui i protagonisti si innamorano dopo anni di taciuti desideri e sguardi furtivi.
C'è da scommetterci su questi ragazzi di Modena, la delicatezza delle ritmiche con cui si appoggiano al mondo della musica è lodevole, l'avvolgente sound quasi jazzistico in alcuni momenti fa subito capire la pasta di cui sono fatti. Stile e piacevolezza.
Nel mio iPod gli Eleven Fingers si trovano tra Editors ed Embrace e devo dire che non ci stanno affatto male.
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La recensione We lost everything just to find ourselves di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-10 00:00:00
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