Con un imperdonabile ritardo sulla data di pubblicazione, per buona colpa anche di scrive, ecco finalmente che si torna a parlare dei Kash e del loro ultimo album, dopo l’esordio del 1997 con il cd "Mutamenti" prodotto da Paul Chain (il cofondatore dei Death SS) per New LM Records di Ravenna.
Due anni dopo quell’esperienza, era il marzo 1999, la band si ritrova impegnata a Chicago agli Electrical Audio Studios, dove, in ben soli tre giorni, registrano e mixano con Steve Albini, sì, avete capito bene, proprio lui, il geniale produttore e tecnico del suono, "kash", il secondo album della band.
Un disco a mio avviso importante nel panorama indipendente italiano, laddove la prima cosa a essere proprio indipendente è l’essenza stessa della musica dei kash, per nulla intrappolata dentro a stereotipi e consuetudini che solo un orecchio poco attento potrebbe distrattamente classificare sotto un unico genere: noise.
Scusate, ma questa classificazione non mi sta bene, è troppo poco; sta infatti assai stretta attorno a quel “groviglio di suoni”, melodie, emozioni e poesia claustrofobica e allucinante che esplode dallo stereo quando li ascolate: “…capiterà il giorno in cui inevitabilmente sarò costretto a nutririmi di carne utopiche…”.
Una chitarra, pochi effetti, basso, batteria, un’armonica ed una voce che non teme confronti e urla, con discreto pudore, rabbia e frustazione, dalla provincia di Cuneo verso i quattro angoli della terra, e rigorosamente in italiano.
Ma non cadete in tentazioni; troppo facile comparare i loro suoni e i loro testi a quelli dei conterranei Marlene Kuntz. Questo è un album che è un inno all’immediatezza, alla libertà, alle emozioni pure, con tutti pregi e difetti che ne possono seguire; ma il bello sta proprio qui. E poi, concedetemelo, la mia ammirazione più totale è per la scelta della cover contenuta nel cd: una versione sofferta e irriconoscibile di Last night i dreamt that somebody loved me degli Smiths. Tutto detto.
Sette tracce per poco meno di quaranta minuti: non riesco a consigliarvi una canzone. Il disco va prescritto e ascoltato per intero, mi raccomando.
L’album è uscito nel gennaio 2001 per la AUA Records di Udine ma il primo dei suoi brani, "La rimembranza", è anche pubblicato sulla compilation A/V Soniche Avventure VI, per Fridge Rec. Italia.
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La recensione Kash di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-06-27 00:00:00
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