Mettiamo che iniziando a disegnare l'Italia ci fermassimo alla punta dello stivale. Lì dove batte il sole, il corpo è fragile e la vita violenta. Tra tutti i luoghi e tutti i lager raccolti in quel nugolo di terra, stretti nella morsa di Scilla e Cariddi, immaginate di trovare un porto. Uno di quelli sferraglianti e silenziosi, lontani dal tempo e dallo spazio. Gioia Tauro. Le campane suonano a festa. E un inno criptico e fluttuante, proprio alla citta di Gioia, apre le danze. Hellcome, benvenuti all'inferno.
Tutta questa premessa per dire che il debutto sulla lunga distanza per gli (AllMyFriendzAre) DEAD, oltre a essere una bomba, gioca e piega a suo piacimento gli stilemi di un genere come il garage, contestualizzandoli e rivestendoli di quella patina di sabbia fracida che è propria di chi viene da un certo meridione. In parole povere, Fuzztones, Cramps e Gun Club che parlano dialetto reggino. Il sesso, l'alcool e il demonio. Che ti guarda brutto e dice ok, aprendo le porte di gironi danteschi dove a regnare è il caos. La voce di Frantz sa di bourbon e nicotina, racconta di sabba all'ombra della luna e sputa cavernose storie borderline, mentre la musica ti si stringe attorno, fino a spezzarti il fiato.
Un'orchestrina reclutata tra i peggio angoli di strada, che sa quando è il momento di vestirsi old school ("Something about") e quando spingere sull'acceleratore ("School or Skull"). Il rock'n'roll più grezzo che sorseggia acide dosi di surf music, e le sprizzate di funk che ricordano i Red Hot Chili Peppers degli esordi ("Donkey cock"). Insomma, rabbia e furore urlati alla maniera di chi solo sa da dove viene può fare. E anche se è qualcosa di talmente intrinseco da essere nascosto a loro stessi, gli (AllMyFriendzAre) DEAD mettono in ogni singola nota di queste 11 tracce i pezzi di un puzzle su cui disegnano gli orizzonti frammentati coi quali ogni giorno fanno i conti.
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La recensione Hellcome di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-01-31 00:00:00
COMMENTI (1)
Proprio un bel disco. Live la band fa scintille, e l'album da studio cattura abbastanza bene l'energia e il coinvolgimento che sprigionano sul palco. Dico "abbastanza" perché, per quanto eccellente sia il lavoro di registrazione e missaggio (e questo lo è), ovviamente dal vivo e tutta un'altra cosa.