Francesco D'Acri supera ogni vostra immaginazione. Perché su, seriamente, avreste mai pensato di ascoltare nel 2011 un cantautore rock che mette insieme un immaginario da Springsteen italico, musiche da ultimi Nomadi e una voce che cerca disperatamente di guardare ad Augusto Daolio? E ancora non vi ho parlato di testi quali "non ha più senso un mojito senza te" oppure arrangiamenti che fanno un uso criminale di cori femminili del tutto prescindibili. D'Acri crede fortemente in quello che fa e per questo non può che attirare simpatie, ma la sua musica e il suo approccio ricordano quelle di Riccardo Maffoni, rocker di provincia capace qualche anno fa di un doppio exploit: vincere la sezione nuove proposte di Sanremo e, caso credo unico, non riuscire a convincere la sua casa discografica a farlo partecipare l'anno successivo tra i big. Come per Maffoni, anche per D'Acri l'impressione è quella dell'onesto mestierante, sincero in ogni pezzo e in ogni gesto, ma tremendamente fuori dal tempo. In questo caso, in particolare, pur avendo alle spalle musicisti e nomi di tutto rispetto, l'impressione è quella di un disco uscito grazie al fatto che ormai la tecnologia è diventata abbordabile più che a effettivi meriti artistici.
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La recensione Che cosa sei di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-02-28 00:00:00
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