Non è nuovo all'interno del panorama musicale, in fondo è stato trombettista alla corte di nomi importanti tra cui i The Goodfellas e Vinicio Capossela. Ma intraprendere un nuovo percorso si porta sempre dietro l'ansia del fare tabula rasa e affrontare quasi una nuova nascita. Così per l'artista romagnolo l'esordio da cantautore è il modo per farsi conoscere sotto un aspetto per lui insolito, ma a noi molto gradito.
L'umorismo, che diverte in "Corso Sozzi", lascia spazio ad una velata malinconia in "Ci penserà lunedì" e poi, ascoltando "Norma", non ci si può che commuovere. Ma non è tutto, perché in questo sperimentale rock-pop-acustico senza confini si affrontano anche temi seri e sociali in "Informagiovani" e si stempera la tensione lasciandosi andare ad un totale non-sense dadaista con la simpatica "Salsa di lumache". La capacità narrativa c'è, l'inventiva anche e questo connubio ben funzionante è supportato da un impianto musicale certamente sui generis. Che gli arnesi da cucina siano strumenti alquanto non convenzionali non vi è dubbio, ma a questa scelta insolita si aggiunge la propensione all'ukulele che diventa il protagonista di ogni passaggio sonoro.
Mentre lo ascoltavo immaginavo alle caramelle gommose, ne assaggi una così per golosità e in attimo ti stai mangiando l'ultima e quando le finisci pensi a quando avrai tra le mani un nuovo sacchettino. L'album di Enrico Farnedi è così, sono piccole canzoni senza troppe pretese, che si attirano l'una con l'altra e alla fine ti lasciano un senso di soddisfazione.
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La recensione Ho lasciato tutto acceso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-05-09 00:00:00
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