Uno split docile ed riservato, isterico ed educato, indolente e smaliziato: versatile in tutto questo, capace di toccare con arroganza o sfiorare accortamente spazi interiori piccoli, troppo piccoli per starci in più di uno. Quello di Herself e MS Thomason è un connubio dal sapore delicato, in cui dolcezza e gentilezza sembrano dosati in quantità necessaria per compensare l'inquietudine sottile che si avverte sotto lo strato melodico di ognuna di queste canzoni.
La prima parte dell'album spetta al giovane inglese. I violini composti e la malinconia dichiarata dalla voce di Thomason, riportano la costante ruvidezza emotiva di un verso decadente. Poesie discrete su tramonti malati. Arrangiamenti acustici, strumentazioni orchestrali scarne, che decollano docili per poi mordersi la coda accellerandosi intorno fino a costringersi al sollievo abbassando d'intensità ("The Pines"). Composizioni sensuali ed accoglienti che diventano aggressive e taglienti, mascherando con sporco lo-fi un romanticismo cantautorale emotivo e fisico ("To Be"). Ambientazioni cupe che si affinanano invece nelle ultime due tracce, affidate ad Herself.
La voce calda di Gioele, aggraziata e pulita ("Violence Is For Leaders") si fa piccola e sommessa ("I'm Dumb"), adagiandosi costantemente su un tappeto di dettagli elettronici e minimalezze acustiche ispirate. Atmosfere private ed un intimismo senza fondo: quella del siciliano è angoscia sensuale, introversa e personale nella stessa proporzione in cui sembra capace di accogliere l'ascolto. Due canzoni sussurate, tendenzialmente pop, a chiudere un piccolo lavoro da ascoltare a luce spenta: se la notte è malinconica ma conserva in sè le soluzioni alla sua emotività.
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La recensione Split [w/ M S Thomason] di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-07-16 00:00:00
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